Legittima la sospensione dall’esercizio di un pubblico servizio presso la polizia locale ove l’agente era attualmente in servizio, se il reato è stato commesso quale agente di polizia locale presso uno specifico ufficio

 Cassazione sentenza n. 23227/2025 della Corte di Cassazione, Quinta Sezione Penale:


📄 RIASSUNTO

Fatti:
Un agente della polizia locale è accusato di:

  • Favoreggiamento nei confronti dei fratelli coinvolti in narcotraffico.

  • Accesso abusivo a sistemi informatici delle forze di polizia.

  • Omissione di denuncia e mancato sequestro di stupefacenti.

  • Cessione di hashish.

  • Appropriazione indebita di €48.000 con l’ausilio di complici.

Il Tribunale del Riesame di Brescia ha confermato la sospensione cautelare dell’indagato dal pubblico servizio.

Motivi del ricorso:

  1. Violazione del principio della domanda cautelare: Il giudice ha esteso la sospensione a tutte le funzioni da agente della polizia locale, andando oltre la richiesta del PM, che la limitava al Comune dove erano avvenuti i fatti.

  2. Assenza di motivazione sulle esigenze cautelari: Le prove erano generiche, prive di attualità, e risalenti a circa quattro anni prima.

Decisione della Cassazione:

  • Ha annullato l’ordinanza con rinvio al Tribunale di Brescia, in quanto la motivazione del provvedimento era viziata: non ha chiarito perché l’estensione della misura fosse giustificata, né ha considerato il trasferimento dell’indagato in un altro Comune.

  • Il secondo motivo (esigenze cautelari) è stato assorbito in quanto dipendente dalla questione preliminare.


🧭 COMMENTO

Questa sentenza ribadisce due principi fondamentali del diritto processuale penale:

  1. Principio della domanda cautelare (art. 291 c.p.p.): Il giudice non può aggravare la misura rispetto a quanto richiesto dal PM, nemmeno nelle modalità concrete di applicazione, se non vi è adeguata motivazione.

  2. Rilevanza del collegamento funzionale e territoriale: L’efficacia della misura cautelare deve essere proporzionata e strettamente connessa ai fatti specifici e al contesto operativo dell’indagato. Il trasferimento in un altro Comune è un elemento che deve essere considerato.

Valutazione complessiva:
La Corte ha agito correttamente nel garantire una tutela rigorosa delle garanzie dell’imputato. Non nega la gravità delle accuse, ma impone che le misure cautelari siano applicate con rigore logico e giuridico. Questa decisione rappresenta un esempio di come la Corte di Cassazione svolga un controllo essenziale sull’equilibrio tra esigenze investigative e tutela dei diritti individuali.