PagoPA: dal decreto Milleproroghe ancora un rinvio (questa volta breve) per le P.A.
Domanda
Il mio Ente non ha ancora aderito al sistema ‘PagoPa’ per l’incasso delle proprie entrate. Ma qual è il termine ultimo per farlo?
Risposta
Come dovrebbe essere ormai noto, PagoPa è la piattaforma informatica attraverso cui è possibile eseguire i pagamenti dovuti nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni. Questi possono infatti essere effettuati direttamente sul sito o sull’applicazione mobile dell’ente creditore ovvero attraverso i canali – sia fisici che online – di banche e altri soggetti Prestatori di Servizi di Pagamento (PSP). Fra questi vi sono le agenzie di banca, gli home banking, gli sportelli ATM (bancomat), i punti vendita SISAL, Lottomatica, Banca 5 e gli uffici postali. Il quadro normativo di riferimento è contenuto nel Codice dell’amministrazione digitale, approvato ormai quindici anni fa con il d.lgs. 82/2005. A prevedere il sistema PagoPa è infatti l’articolo 5, comma 1 del Codice. Nella sua prima versione l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per l’effettuazione dei pagamenti era rivolto alle sole pubbliche amministrazioni centrali. Si trattava di una semplice facoltà e non di un obbligo. Solo in seguito ne è stata prevista l’estensione a tutte le PA e quella che era nata come una mera facoltà è divenuto un obbligo ineludibile. Naturalmente, fatte salve le varie proroghe che negli anni si sono succedute. Da ultimo è intervenuto l’art.1, comma 8 del decreto Milleproroghe (d.l. n. 162 del 30/12/2019). Cosa prevede tale norma? Essa prevede un ulteriore rinvio (sarà l’ultimo?) al termine previsto dall’art. 65, comma 2 del d.lgs. 217/2017 (ultimo decreto correttivo del Codice). La nuova scadenza viene ora fissata al 30 giugno 2020. Entro tale data le PA sono tenute a integrare i propri sistemi di incasso con la piattaforma di cui all’articolo 5, comma 2, del Codice, ovvero ad avvalersi, a tal fine, di servizi forniti da altri soggetti di cui all’articolo 2, comma 2 del Codice stesso, ovvero da fornitori di servizi di incasso già abilitati ad operare sulla piattaforma PagoPa. Questa volta il Legislatore ha però previsto sanzioni a carico degli enti inadempienti. La norma stabilisce infatti che il mancato adempimento dell’obbligo di avvio di PagoPa rileva ai fini della misurazione e della valutazione della performance individuale dei dirigenti responsabili (e ovviamente delle posizioni organizzative negli enti privi di dirigenza) e comporta responsabilità dirigenziale e disciplinare ai sensi degli articoli 21 e 55 del d.lgs. n. 165/2001. L’obbligo di avvalersi di PagoPa vige per tutte le pubbliche amministrazioni, come individuate dall’art. 1, comma 2 di tale ultimo decreto legislativo. Esso infatti vi annovera tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e le scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le regioni, le province, i comuni, le comunità montane, e loro consorzi ed associazioni, le istituzioni universitarie, gli istituti autonomi case popolari, le camere di commercio e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN) e le Agenzie di cui al decreto legislativo 30/07/1999, n. 300. Come si vede, la platea dei soggetti obbligati ad avvalersi di PagoPa è estremamente ampia, né è prevista alcuna distinzione fra enti grandi o piccoli. Il decreto Milleproroghe è ancora in fase di conversione in legge. L’iter dovrà concludersi entro il prossimo 28 febbraio e non si possono escludere ulteriori rinvii. Va detto tuttavia che fra i molti emendamenti che Anci ha presentato in Parlamento, non ve n’è nessuno che riguardi questa scadenza. E ciò è pienamente condivisibile, perché la piattaforma PagoPa va nella direzione di avvicinare la Pubblica Amministrazione ai cittadini/utenti. E’ allora forse il caso di mettervi davvero mano e di attrezzarsi al più presto perché questa proroga potrebbe davvero essere l’ultima. Ogni ulteriore informazione in merito alla piattaforma PagoPa può essere reperita al sito https://www.pagopa.gov.it/.
Il mio Ente non ha ancora aderito al sistema ‘PagoPa’ per l’incasso delle proprie entrate. Ma qual è il termine ultimo per farlo?
Risposta
Come dovrebbe essere ormai noto, PagoPa è la piattaforma informatica attraverso cui è possibile eseguire i pagamenti dovuti nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni. Questi possono infatti essere effettuati direttamente sul sito o sull’applicazione mobile dell’ente creditore ovvero attraverso i canali – sia fisici che online – di banche e altri soggetti Prestatori di Servizi di Pagamento (PSP). Fra questi vi sono le agenzie di banca, gli home banking, gli sportelli ATM (bancomat), i punti vendita SISAL, Lottomatica, Banca 5 e gli uffici postali. Il quadro normativo di riferimento è contenuto nel Codice dell’amministrazione digitale, approvato ormai quindici anni fa con il d.lgs. 82/2005. A prevedere il sistema PagoPa è infatti l’articolo 5, comma 1 del Codice. Nella sua prima versione l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per l’effettuazione dei pagamenti era rivolto alle sole pubbliche amministrazioni centrali. Si trattava di una semplice facoltà e non di un obbligo. Solo in seguito ne è stata prevista l’estensione a tutte le PA e quella che era nata come una mera facoltà è divenuto un obbligo ineludibile. Naturalmente, fatte salve le varie proroghe che negli anni si sono succedute. Da ultimo è intervenuto l’art.1, comma 8 del decreto Milleproroghe (d.l. n. 162 del 30/12/2019). Cosa prevede tale norma? Essa prevede un ulteriore rinvio (sarà l’ultimo?) al termine previsto dall’art. 65, comma 2 del d.lgs. 217/2017 (ultimo decreto correttivo del Codice). La nuova scadenza viene ora fissata al 30 giugno 2020. Entro tale data le PA sono tenute a integrare i propri sistemi di incasso con la piattaforma di cui all’articolo 5, comma 2, del Codice, ovvero ad avvalersi, a tal fine, di servizi forniti da altri soggetti di cui all’articolo 2, comma 2 del Codice stesso, ovvero da fornitori di servizi di incasso già abilitati ad operare sulla piattaforma PagoPa. Questa volta il Legislatore ha però previsto sanzioni a carico degli enti inadempienti. La norma stabilisce infatti che il mancato adempimento dell’obbligo di avvio di PagoPa rileva ai fini della misurazione e della valutazione della performance individuale dei dirigenti responsabili (e ovviamente delle posizioni organizzative negli enti privi di dirigenza) e comporta responsabilità dirigenziale e disciplinare ai sensi degli articoli 21 e 55 del d.lgs. n. 165/2001. L’obbligo di avvalersi di PagoPa vige per tutte le pubbliche amministrazioni, come individuate dall’art. 1, comma 2 di tale ultimo decreto legislativo. Esso infatti vi annovera tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e le scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative, le aziende ed amministrazioni dello Stato ad ordinamento autonomo, le regioni, le province, i comuni, le comunità montane, e loro consorzi ed associazioni, le istituzioni universitarie, gli istituti autonomi case popolari, le camere di commercio e loro associazioni, tutti gli enti pubblici non economici nazionali, regionali e locali, le amministrazioni, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN) e le Agenzie di cui al decreto legislativo 30/07/1999, n. 300. Come si vede, la platea dei soggetti obbligati ad avvalersi di PagoPa è estremamente ampia, né è prevista alcuna distinzione fra enti grandi o piccoli. Il decreto Milleproroghe è ancora in fase di conversione in legge. L’iter dovrà concludersi entro il prossimo 28 febbraio e non si possono escludere ulteriori rinvii. Va detto tuttavia che fra i molti emendamenti che Anci ha presentato in Parlamento, non ve n’è nessuno che riguardi questa scadenza. E ciò è pienamente condivisibile, perché la piattaforma PagoPa va nella direzione di avvicinare la Pubblica Amministrazione ai cittadini/utenti. E’ allora forse il caso di mettervi davvero mano e di attrezzarsi al più presto perché questa proroga potrebbe davvero essere l’ultima. Ogni ulteriore informazione in merito alla piattaforma PagoPa può essere reperita al sito https://www.pagopa.gov.it/.
http://www.publika.it/ 3 Febbraio 2020