lunedì 8 aprile 2019

Arresti Domiciliari - Carabinieri suonano più volte il campanello della persona agli arresti domiciliari senza avere alcuna risposta. Ritorna in carcere

Arresti Domiciliari - Carabinieri suonano più volte il campanello della persona agli arresti domiciliari senza avere alcuna risposta. Ritorna in carcere


Premessa:

Gli arresti domiciliari sono una misura cautelare personale prevista dall'art. 284 del c.p.p. e disposta dal giudice nei confronti dell'imputato rispetto al quale sussistono gravi indizi di colpevolezza e altre esigenze cautelari. 

Essi si sostanziano nel divieto di allontanarsi dalla propria abitazione, da altro luogo di privata dimora, da un luogo pubblico di cura o di assistenza o da una casa famiglia protetta. Il soggetto sottoposto agli arresti domiciliari deve, pertanto, permanere nel perimetro delle mura domestiche o degli altri siti di esecuzione della misura e, nel caso il giudice lo abbia espressamente disposto, non può utilizzare internet, il telefono e altri mezzi di comunicazione a distanza e non può ricevere persone, al di fuori di coloro che abitano con lui o che lo assistono.
Per la legge, il soggetto agli arresti domiciliari si considera in custodia cautelare. 

Detto questo, quante volte è capitato o capita che durante un servizio, andate a controllare una persona sottoposta agli arresti domiciliari, e dopo aver ripetutamente suonato il campanello, questo non apre; ebbene sappiate che vi viene incontro la Corte di Cassazione Sezione III Penale, sentenza del 5.10.2018 depositata il 1 marzo 2019 nr.8975.

L’imputato, nonostante la persistenza delle forze dell’ordine nel suonare il campanello della sua abitazione, non ha risposto, e quindi è stato giustamente ritenuto non presente nell’abitazione, dove scontava gli arresti domiciliari.
La Polizia Giudiziaria, infatti non è obbligata ad accedere coattivamente nell’abitazione per un controllo diretto.

L’ art.276 c.p.p. comma 1 ter dice “ in caso di trasgressione alle prescrizioni degli arresti domiciliari concernenti il divieto di allontanarsi dalla propria abitazione o da altro luogo di privata dimora, il giudice dispone la revoca della misura e la sostituzione con la custodia cautelare in carcere salvo che il fatto sia di lieve entità”.

La Suprema Corte ha ribadito che il detenuto agli arresti domiciliari deve porre in essere tutte le cautele necessarie affinchè gli strumenti che consentono di effettuare i controlli della polizia giudiziaria, come il campanello e il citofono dell’abitazione in cui è ristretto, siano sempre efficienti, essendo la sua posizione equiparata a quella che si trova in carcere, con la conseguenza che è ragionevole desumere la prova della trasgressione della misura da parte di chi non si rende contattabile mediante l’uso di tali apparecchi” (Sez.6 n.19259 del 27.3.2014 depositata 9.5.2014,Dolce,Rv 26093801).

Quindi , Cari Colleghi, se vi capita di andare a controllare una persona sottoposta ad arresti domiciliari, e dopo aver suonato ripetutamente e tale persona non risponde, fate un’ annotazione di servizio al giudice che ha emesso il provvedimento, e vedrete che quel giudice, sicuramente gli revoca gli arresti domiciliari, tramutando la pena in carcere.