Quante volte è capitato o capita di
andare fuori a mangiare nei ristoranti, trattorie, pizzerie, paninoteche,con le
famiglie e non, oppure essere chiamati, che dai menù che portano in visione ci
si accorge che non segnalano la presenza dei cibi surgelati:
Ebbene sappiate che per legge è reato (art.515 del c.p. – Frode nell’esercizio di
un commercio).
La normativa vigente impone l’esplicita indicazione nel menù dei piatti
preparati di tutti gli alimenti, materie prime e ingredienti che sono congelati
o surgelati.
Questo non è solo correttezza ma
sicurezza alimentare.
Infatti per la giurisprudenza il menù «equivale ad una proposta contrattuale nei
confronti dei clienti».
Poco tempo fa, anche lo
chef Antonino Cannavacciuolo in un suo ristorante a Torino fu deferito alla
A.G. per non aver segnalato nel menù i prodotti surgelati.
l’art. 515 Frode
nell'esercizio del commercio dice:
Chiunque, nell'esercizio di un'attività commerciale,
ovvero in uno spaccio aperto al pubblico, consegna all'acquirente una cosa
mobile per un'altra, ovvero una cosa mobile, per origine, provenienza, qualità
o quantità, diversa da quella dichiarata o pattuita, è punito, qualora il fatto
non costituisca un più grave delitto, con la reclusione fino a due anni o con
la multa fino a euro 2.065,00.
Se si tratta di oggetti preziosi, la pena
è della reclusione fino a tre anni o della multa non inferiore a euro 103.
La giurisprudenza ha ribadito più volte che
è’ reato anche se il ristoratore in qualche modo tenta di giustificarsi durante
il controllo che gli alimenti non sono destinati alla somministrazione al
pubblico ma per uso personale in questo caso vi è la tentata frode in commercio art.56 c.p. e si realizza sia quando la condotta
criminosa dell’agente non è stata portata a termine (tentativo incompiuto).
Del resto è anche giusto che il cliente
sappia se sta mangiando cibo fresco o meno e molti ristoratori spacciano
appunto alimenti surgelati per freschi facendoseli pagare per tali.
La Cassazione Penale, con sentenza n. 44643 del 5.11.2013, si
è espressa sulla problematica sopra enunciata confermando il concetto che “… la detenzione di alimenti
congelati/surgelati nelle celle freezer o congelatori di un ristorante integra
un tentativo di frode in commercio quando sul menù non è indicato lo stato
fisico (congelato o surgelato) di quegli alimenti.”
Già la Giurisprudenza in passato si è occupato di questo fenomeno, in
ultimo la Suprema Corte di Cassazione
terza sezione penale nr.38793/2018 del 21.2.2018 depositata in Cancelleria 22
agosto 2018, ha ribadito, addirittura che per salvare il titolare del
ristorante dalla condanna non basta che nel menù sia contenuto l’avviso
generico che alcuni prodotti possono essere surgelati.
L'utilizzo di prodotti surgelati in origine o congelati nelle cucine del
ristorante va invece portato a conoscenza dei clienti con la dovuta evidenza.
A tal fine è ad esempio possibile fare
ricorso ad asterischi o ad apposite avvertenze scritte in grassetto prima
dell'elenco dei cibi.
Si riportano in seguito alcune
sentenze significative:
Sentenza
n. 44643/2013 Cassazione Penale:
“… la
detenzione di alimenti congelati/surgelati nelle celle freezer o congelatori di
un ristorante integra un tentativo di frode in commercio quando sul menù non è
indicato lo stato fisico (congelato o surgelato) di quegli alimenti.”
La Cassazione Penale,
con sentenza n. 899 del 13.01.2016:
si è espressa
sulla problematica ribadendo il concetto che “… la detenzione di alimenti congelati/surgelati all’interno
di un locale di somministrazione, senza che nella lista delle vivande sia
indicata tale caratteristica, integra il reato di tentativo di frode in
commercio, trattandosi di condotta univocamente idonea a consegnare ai clienti
un prodotto diverso, per qualità, da quello dichiarato.”
Sentenza
n. 6586 del 13/2/2017 Cassazione Penale:
Confermata
la sentenza di condanna, sia in primo che in secondo grado di giudizio, di un ristoratore
che ha posto in essere questa condotta. La Suprema Corte ha escluso che, nella
fattispecie, mancherebbe il presupposto del reato, ovvero il contratto, in
quanto “è configurabile il reato ex artt. 56 e 515 cod. pen. allorché
l’alienante compia atti idonei, diretti in modo non equivoco, a consegnare
all’acquirente una cosa per un’altra ovvero una cosa, per origine, qualità o
quantità diversa da quella pattuita o dichiarata. Può concretizzare la
fattispecie di reato in esame anche il semplice fatto, nel caso di specie
incontestato, di non indicare nella lista delle vivande, posta sui tavoli di un
ristorante, che determinati prodotti sono congelati, in quanto l’esercizio di
ristorazione ha l’obbligo di dichiarare la qualità della merce offerta ai consumatori:
infatti, detta lista, consegnata agli avventori, equivale ad una proposta
contrattuale nei confronti dei clienti e manifesta l’intenzione del ristoratore
di offrire i prodotti ivi indicati; di tal che la mancata specificazione della
qualità del prodotto (naturale o congelato) integra il reato di tentata frode
nell’esercizio del commercio, perché la stessa proposta non veritiera
costituisce un atto diretto in modo non equivoco a commettere il delitto di cui
all’art. 515 cod. pen.”
Sentenza
n. 34783 del 17/7/2017 Cassazione penale:
Non
segnalare nel menu del ristorante l’informazione sulla natura surgelata dei
cibi costituisce una violazione dell’articolo 515 del codice penale, ossia
tentativo di frode in commercio. Non solo: secondo quanto stabilito dalla
sentenza, anche la semplice detenzione nel ristorante di pesce/carne surgelati,
quando nessun piatto del menù ne specifica tale «qualità» equivale a un
tentativo di frode. Inconferente la linea difensiva secondo cui la “mera
detenzione di cibi surgelati” non configurerebbe il reato poiché al momento del
fatto non sono presenti clienti. “Ai fini della configurazione del reato di
frode in commercio non è necessaria la concreta contrattazione con un avventore
essendo integrato il reato, nella forma tentata, in presenza di detenzione
all’interno di un esercizio per la ristorazione di alimenti surgelati destinati
alla somministrazione, senza che nella lista delle vivande sia indicata tale
qualità in assenza, oltretutto, di alimenti freschi, essendo congelata la
totalità delle provviste”. Perciò, se non indicato nel menù, il ristoratore è
punibile ogni volta in cui nei propri locali conservi alimenti surgelati.
Quindi allo stato attuale se
verrete chiamati per un intervento da parte di privati o voi stessi di aver il
sospetto di aver mangiato cibi surgelati, nonostante l’assenza di avvisi sul
menù, potete liberamente procedere a perquisizione o ad ispezioni e se per caso
rinvenite nei frigoriferi alimenti congelati potete procedere a contestare al
titolare il reato di frode nell’esercizio di un commercio (art.515 c.p.).
Mentre se gli alimenti surgelati
sono solo nei freezer senza essere consumati dal cliente ma non segnalati sul
menù, si ha la tentata frode in commercio art.56 c.p.