NON SCAMBIAMO IL DDL SICUREZZA CON IL PROGETTO DI RIFORMA DELLA POLIZIA LOCALE....


NON SCAMBIAMO IL DDL SICUREZZA CON IL PROGETTO DI RIFORMA DELLA POLIZIA LOCALE. SEMMAI SARA' VERO IL CONTRARIO. NON LASCIAMOCI ILLUDERE DAI DDL SULLA POLIZIA LOCALE DI STRETTO STAMPO PROPAGANDISTICO.
Il SILPoL lotta da sempre per una Polizia Municipale non soggetta alla contrattazione privatistica e che, di conseguenza, sia ricondotta nell'alveo del diritto pubblico, affinchè il suo rapporto di lavoro sia regolato da un contratto di categoria e separato, seppur nell'ambito del comparto AA.LL., affinchè abbia un nuovo ordinamento, che disciplini le funzioni, le competenze ed i compiti adeguando il suo status giuridico all'impianto normativo ed economico generale delle forze di polizia dello Stato. Lotta per far sì che il lavoro della P.M. sia ricompreso tra quelli usuranti, che le venga restituito il riconoscimento della causa di servizio e l'equo indennizzo, che sia dotata delle risorse e degli strumenti utili al perseguimento degli obiettivi istituzionali, tra questi la tutela della sicurezza urbana, che le venga riconosciuta la specificità del profilo e del ruolo svolto nella società contemporanea alla luce del crescente impegno professionale, al quale essa è costantemente chiamata dallo Stato e dai Sindaci, nonchè dei maggiori sacrifici economici, ai quali viene sottoposta a cuasa dei frequenti tagli ai fondi ex art.17 del ccnl 1998/2001. Il SILPoL reclama a gran voce il diritto della Polizia Municipale ad avere tutte le opportune tutele e garanzie di rango costituzionale, in materia civilistica, amministrativa e del lavoro, poichè, piaccia o no, essa è una istituzione degli enti locali, i Comuni, divenuti attori a pieno titolo della vita economica e sociale dell'Italia. Voglio peró ricordare a tutti, che la riforma della Polizia Municipale non è nell'agenda del governo Renzi e che gli ultimi colpi inferti dalle norme nazionali e dalla emergente e preoccupante mentalità giurisprudenziale, che stanno arricchendo un tipo di letteratura amministrativa non certamente sensibile alla condizione critica della categoria, sono la testimonianza della deriva in cui la Polizia Municipale è lasciata. Quindi, a coloro i quali continuano a postare con toni alti notizie sul ddl sicurezza o sulle discutibili dichiarazioni dell'Anci in merito ad improbabili decreti favorevoli alla Polizia Locale, dico di fare attenzione alle trappole, poichè non una parola sulla riforma della polizia locale si legge in suo favore.Tuttavia, cambiare si puó e per farlo non serve in questo momento storico e politico scendere in piazza, bisogna invece unire le forze attorno ad un progetto comune, superando gli steccati e le divisioni, confrontando le idee e mettendoci tutti in discussione. Dopo, e soltanto dopo, si dovrà costruire la strategia di lotta migliore, per ottenere la soddisfazione delle giuste richieste, costringendo governo e sindaci a riconoscere il dovuto. Bando agli infingimenti, avanti tutta contro la frammentazione e la divisione della categoria. Togliamoci le maschere e torniamo ad essere realisti, se vogliamo restare in pista. Per cambiare bisogna "reificare", passare cioè ai fatti, concretizzare, senza più astrazioni concettuali. È necessario ed ineluttabile "agire" senza proclami o trionfalismi. Cominciamo col ripartire dal territorio, affrontando con coraggio e tenacia i problemi professionali, che i Corpi e i Servizi sono costretti quotidianamente a sopportare in ogni città, ed opponendo la nostra forza alle mortificanti scelte del governo nazionale e delle amministrazioni locali, che ricadono pesantemente sulle spalle dei lavoratori in ogni singolo Comune.Tutto questo ci impone, tra le altre cose, di fare ancora un'altra riflessione, sul dolore e sui lutti laddove è giunto il tempo di smetterla di strapparci le vesti ad ogni triste occasione, facendone un motivo di rassegnazione o, peggio, di mera protesta e nel contempo di stanare coloro che manifestano una "costernazione scenica" violando l'intimità del dolore. Riprendiamo la strada dell'orgoglio di essere categoria, coesa sui principi, solidale nella battaglia per gli obiettivi comuni ed evitiamo di consumarci lentamente sul fuoco della politica generale, stringendoci invece a falange. Allora, mettiamoci in gioco tutti insieme, per essere presenti sempre, affinché nessuno di noi resti indietro.Per chiudere, dico che la Polizia Locale non ha bisogno di "burocrati" con le stellette e gli alamari dorati cuciti sulle spalle, ma di professionisti attenti, sagaci ed umili, poichè navighiamo tutti nelle stesse acque.Il Silpol, ancora una volta, lancia l'appello a tutti colleghi, che stiano dentro o fuori dalle oo.ss. non ha importanza (!), ai sindacati confederali, agli autonomi e di categoria, alle associazioni professionali, affinchè ci si possa incontrare e confrontare in una grande assemblea, nella quale tracciare le linee generali della problematica e trasporle nello specifico in un documento programmatico unico nazionale, nel nome della più antica tra le forze di polizia italiane.
Nello Russo (Segretario Nazionale SILPoL)

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