Rabbia, sconcerto, indignazione e tanta tristezza è il sentimento che ci accomuna tutti noi della POLIZIA LOCALE in queste ore.
SARA GAMBARO, una di noi, una madre di famiglia, una collega, una che certamente non si tirava indietro nell'adempimento del proprio dovere e lo ha dimostrato a tutti anche a costo della propria VITA.
Molti di noi hanno scelto il silenzio, come espressione di cordoglio, una forma di rispetto per la collega, per la sua anima e per i suoi familiari.
IL PERDURANTE SILENZIO DELLE ISTITUZIONI, INVECE, CI FA GRIDARE A GRAN GOLA:
IL PERDURANTE SILENZIO DELLE ISTITUZIONI, INVECE, CI FA GRIDARE A GRAN GOLA:
VERGOGNA!!!!
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p.s. il palloncino che vola su in cielo è l'ultima cosa postata da Sara nel suo profilo di Facebook, chissà forse è un segnale anche questo.
«Lo Stato ci considera persone in divisa senza volto»
Riceviamo e pubblichiamo l'intervento del sindacato Sulpl di
Piacenza e Parma
Sara, Agente
di Polizia Locale di Novara; Sara mamma di due bambini, moglie e Collega. Sara
donna in divisa che ieri pomeriggio è morta in tangenziale nell’adempimento del
dovere, durante il servizio di viabilità. Per Sara immediato è stato il
dolore provato dai Colleghi di tutta Italia appartenenti alla Polizia Locale,
la categoria dei diversamente impiegati comunali in Divisa.
Sulla
vicenda di Sara Gambaro, come su quella di Nicolò Savarino, Michele Liguori,
Maria Ilardo, Vincenzo Cinque e Francesco Bruner (solo per citare gli ultimi
Colleghi morti nell’adempimento del dovere) da subito è calata la vergognosa
indifferenza delle Istituzioni. Nessun telegiornale nazionale ha fatto menzione
dell’accaduto, nessun politico o carica istituzionale ha speso una parola per
Sara, nè per gli altri nostri eroi.
In questi
frangenti il rumore del silenzio delle Istituzioni è assordante. Noi del Sulpl
ci chiediamo cosa dovrà accadere ancora, quanto dovremo pagare in termini di
vite e di aggressioni, prima che la madre arcigna Stato riconosca come suoi
questi figli di un Dio minore. Sara era impegnata nel servizio di
viabilità, attività per noi ordinaria e quotidiana, attività di polizia
stradale; questo dimostra che non c’è diversità tra le competenze della Polizia
Locale e le Forze dell’Ordine, se non in termini di TUTELE.
Le
numerosissime aggressioni che sono ormai all’ordine del giorno e i tanti nostri
Caduti nell’adempimento del dovere impongono di riflettere seriamente sulla
nostra condizione. La Legge attuale è palesemente inadeguata ed ingiusta e
non protegge chi opera su strada. Ci si ricorda della Categoria, facendo
erroneamente di tutta l’erba un fascio, solo per parlare dei furbetti di
Capodanno, dei furbetti del cartellino in mutande, dei fannulloni. Su questi
episodi isolati i Tg nazionali e trasmissioni del servizio pubblico
costruiscono intere trasmissioni.
Ma quando si
tratta di parlare delle tutele a noi negate dal decreto Monti (causa di
servizio ed equo indennizzo), della necessità di una legge di Riforma della
Polizia Locale, dei nostri Agenti morti facendo lo stesso identico lavoro dei
Colleghi delle Forze dell’Ordine, pur essendo trattati da impiegati
comunali…nessuno lo fa, cala il silenzio e l’omertà. Fortunatamente però
possiamo trovare un nostro “cantuccio” sui quotidiani on line e facebook, ed è
li che ci facciamo sentire.
E’ proprio
vero che per le Istituzioni noi siamo “gli uomini in divisa senza volto”, senza
identità, noi siamo gli invisibili. Lo Stato negandoci diritti e tutele
calpesta la nostra Dignità e non da valore alla nostra Vita, che
evidentemente vale meno di quella dei nostri Colleghi appartenenti alle Forze
ad ordinamento statale. Nonostante tutto, ci sono Uomini e Donne in
Divisa che ancora ci credono e ancora vogliono lottare affinchè le cose,
per la nostra Categoria, possano cambiare. Le cose DEVONO cambiare!
Un abbraccio
a tutti i nostri Colleghi, anche a coloro che non sono più qui con noi, ma che
ci guardano da lassù... ed è anche per il loro Sacrificio che dobbiamo
continuare a lottare e non dobbiamo arrenderci, mai! Riposa in pace Sara…
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