lunedì 25 novembre 2013

Speed check:la novella continua



Vi siete mai chiesti perché i comuni continuano a formulare richieste di pareri al Ministero sull’uso dello speed check? Il motivo è semplice: perché si vuole a tutti i costi “giustificare” l’acquisto di contenitori di plastica, non previsti dal C.d.S. Non sia mai che la Corte dei Conti, un domani prossimo, debba chiedere i danni erariali alle varie amministrazioni che hanno proceduto all’istallazione o alla messa in opera dello stesso.




Se non fosse così, ci saremmo attenuti ad uno dei primi pareri resi dal Ministero, prot. n. 272676 del 13.12.2007. Ma forse, lo stesso, risultava troppo rigido, da non lasciare spazio a possibili interpretazioni (per es. “Tale modalità di esercizio è da considerarsi non conforme alle norme regolamentari, che all'art. 45 c. 9 prevedono sanzioni a carico di chi fabbrica o vende dispositivi non approvati”)

E’ come se un’ammistrazione un giorno decida di mettere dei segnali stradali nuovi o qualsiasi altro manufatto ritenuto più convincente rispetto a quelli tradizionali e voglia il beneplacito da parte del Ministero per giutificarne l’utilizzo.


Qualcuno, addirittura, comincia a dire che tale manufatto non fa parte della segnaletica stradale ma di tutto ciò che comprende l’arredo urbano, e quindi, che il Ministero non c’entra.

Ma allora perché si continua ad interpellare il Ministero? Cosa gli diciamo ad un turista dell’U.E. che fa parte dell’arredo urbano ?

Ovviamente andare a sostenere, come fa qualcuno, che non ha bisogno di alcuna approvazione e che sono legittimi mi sembra un’impresa un po’ ardua, dal momento che questi manufatti vanno ad incidere (vuoi o non vuoi), direttamente sulle fasce di rispetto, sulla mano da tenere dagli utenti delle strade, e in generale, sulla circolazione stradale.
Ma nella Repubblica "Italica"tutto è concesso.
Mario Serio

Per chi vuole approfondire l'argomento