giovedì 31 dicembre 2015

Polizia locale, al servizio del territorio con modelli etici e organizzativi moderni


Negli ordinamenti militari lo spirito di corpo costituisce il valore e lo strumento che tiene uniti gli appartenenti al corpo, un collante in grado di accrescere l'apprezzamento dei cittadini verso l'istituzione. Lo spirito di corpo è il sentimento di solidarietà che, fondato sulle tradizioni etiche e storiche del corpo, deve unire i membri di una stessa unità al fine di mantenere elevato ed accrescere il prestigio del corpo cui appartengono: così il Regolamento di disciplina militare (Dpr 11 luglio 1986 n. 545) all'articolo 16.


Le peculiarità della Polizia locale
La Polizia locale non fa parte di un'organizzazione di tipo militare e non è neppure strutturata in un unico corpo nazionale o regionale, si articola piuttosto in struttura o servizio, singolo o associato, di tipo paramilitare locale. Nella sua configurazione giuridica presenta caratteri propri peculiari rispetto agli altri uffici e servizi degli Enti e delle Autonomie locali in cui il servizio di polizia locale è incardinato. Si consideri solamente come tale servizio sconta il fatto di essere contemporaneamente subordinato a più di un'autorità, quella politica ed amministrativa, quella giudiziaria, quella di pubblica sicurezza. In certi frangenti è la stessa Polizia locale che tende incomprensibilmente a volersi differenziare da quella del Comune limitrofo, contribuendo ad alimentare criticità a danno dei cittadini, spiazzati da modi di operare inspiegabilmente diversi rispetto ad un fatto identico.

Il senso di appartenenza come valore e leva per l'apprezzamento della collettività
Il senso di appartenenza al comando di Polizia locale e alla comunità per cui per cui svolgono servizio è un valore a cui tutti i corpi e servizi possono far riferimento. Un sentimento produttivo di effetti concreti e misurabili in termini di leva per accrescere l'apprezzamento della collettività verso la Polizia locale, a patto, ovviamente, che sia guidato da una concezione moderna dell'organizzazione della Polizia locale e del ruolo stesso del poliziotto locale.
Gli appartenenti a qualsivoglia Comando devono quindi sentirsi protagonisti di un gruppo, artefici, per le proprie mansioni e per la propria parte, di cambiamenti assunti da essi stessi come inderogabili, poiché rivolti al bene comune e orientati a soddisfare le domande di legalità e di ordinamento vivere civile del cittadino.
In questo modo la scarsa e frammentaria attenzione che il legislatore nazionale mostra verso gli appartenenti ai corpi-servizi di Polizia locale, sia pure con un innegabile sforzo aggiuntivo che gli stessi dovranno fare, potrà tradursi nella creazione di una programmazione, una gestione e una resa del servizio, verosimilmente ottimale per ambiti d'intervento e per risultati conseguiti. Tale mutamento di qualità sarà certamente capace di collocare il corpo di Polizia locale di un Comune, di una Convenzione o Unione, come un unicum all'interno della collettività e del territorio, apprezzato e ricercato da parte degli utenti.
Non più "il vigile che fa la multa", bensì il poliziotto locale, maggiormente prossimo ai consociati, professionalmente preparato e orientato al servizio, interprete vero dell'unità organizzativa e operativa in cui agisce.

Il rapporto con le altre polizie
Forse così, senza agire perché mossi da malcelati e dannosi desideri di emulazione dei contigui e differenti corpi di Polizia nazionali, la Polizia locale potrà giustamente ricavarsi un proprio spazio riconosciuto e ricercato, dal momento che lavora costantemente negli ambiti in cui l'intervento dei colleghi delle Forze di Polizia statuali è sensibilmente minore. Si pensi, anzitutto, a quello della polizia amministrativa, dell'educazione alla sicurezza stradale e della medesima sicurezza urbana in tutte le sue declinazioni possibili, tanto per citare gli esempi maggiormente eclatanti.
Insomma, il ritorno alle tradizioni, interpretate alla luce di modelli etici ed organizzativi del presente, la considerazione autentica del legislatore e degli amministratori locali di una Polizia locale avvertita quale faro di legalità e di ordinato vivere civile, le consentiranno di non essere più ingiustamente intesa quale polizia residuale e minore. I suoi appartenenti avvertiranno se stessi quali membri di un'unità più estesa rispetto a quella delimitata dal comando di Polizia locale a cui appartengono: la comunità territoriale di riferimento. 
di Alberto Ceste 
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