Con la pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale» del decreto sui
criteri per la mobilità dei dipendenti provinciali prendono l'avvio le
procedure attraverso il portale di incontro e domanda e offerta
predisposto dalla Funzione pubblica. I tempi non saranno brevi e,
pertanto, le amministrazioni locali sono alle prese con un dubbio: cosa
fare nel frattempo? Come è possibile gestire le funzioni e i servizi, in
questa situazione di sostanziale blocco delle assunzioni che si protrae
ormai da dieci mesi?
Le assunzioni a tempo indeterminato sulla capacità
assunzionale degli anni 2015 e 2016 (calcolata sulle cessazioni del 2014
e del 2015) sono congelate fino al totale riassorbimento dei dipendenti
di Province e Città metropolitane. Lo hanno confermato la Funzione
Pubblica nella circolare n. 1/2015 e la Corte dei Conti Sezione
Autonomie, nelle deliberazioni n. 19, 26 e 28. Rimane qualche dubbio
sulla possibilità dei Comuni di procedere autonomamente con assunzioni a
valere sui budget residui degli anni precedenti. Nella deliberazione
28/2015, infatti, i magistrati contabili, oltre ad affermare che il
triennio di riferimento per utilizzare i resti è «dinamico», sembrano
affermare che tali resti siano “liberi” per assunzioni, ma solo se erano
già stati inseriti nella programmazione del fabbisogno di personale.
L'altra classica modalità per assunzioni a tempo indeterminato risiede
nella mobilità volontaria, vietata dall'entrata in vigore della legge di
stabilità 2015. Entro 15 giorni dalla pubblicazione del decreto in
Gazzetta Ufficiale, è però consentito agli enti locali di concludere le
procedure di mobilità avviate prima del 1° gennaio 2015 e quelle
riservate in via prioritaria al personale degli enti di area vasta.
L'articolo 11, precisa che queste assunzioni non incidono sul regime
delle assunzioni per gli anni 2015 e 2016.
Rimane un'altra corsia preferenziale per le assunzioni stabili nei
Comuni, ovvero il trasferimento dei dipendenti ex provinciali che al 20
giugno 2015 erano in comando o distacco o altri istituti comunque
denominati. Infatti, entro soli 10 giorni dalla pubblicazione in
Gazzetta Ufficiale del decreto è necessario acquisire il consenso del
lavoratore e procedere con il passaggio dalla Provincia al Comune.
Per il resto, si tratta di sopravvivenza. Basti ricordare che
l'articolo 36, comma 1, del Dlgs 165/2001 chiede alle amministrazioni di
assumere a tempo indeterminato sui fabbisogni ordinari, per rendersi
conto dell'impasse a cui si è costretti per tentare di garantire le
funzioni fondamentali. L'attenzione, quindi, è tutta spostata sul lavoro
flessibile. Via libera, quindi, ad assunzioni a tempo determinato,
lavoro accessorio, somministrazione, ma anche comando, distacco,
assegnazioni temporanee, convenzioni. Nel rispetto, va detto, del limite
di quanto speso nel 2009, come stabilito dall'articolo 9, comma 28, del
Dl 78/2010. Rimangono poi consentite le assunzioni in base agli
articoli 90 e 110 del Tuel.
Discorso separato per la Polizia locale. In questo caso, il
legislatore ha previsto un esodo ancora più immediato: il trasferimento
dei dipendenti nei ruoli della Polizia municipale, anche in deroga -
sostiene il decreto - alle proprie facoltà di assumere. Anche gli enti
che non hanno capacità assunzionale 2015 e 2016, potranno quindi
ricevere questi dipendenti, purché siano previsti nella programmazione
del fabbisogno e siano in grado di garantire la sostenibilità di
bilancio. Il prezzo da pagare, però, è più caro. Nelle funzioni della
Polizia locale scatta infatti, il divieto di qualsiasi assunzione a
qualsiasi titolo, fino alla totale ricollocazione, tranne che per i
contratti a termine per esigenze stagionali non superiori a cinque mesi
per anno solare.
Gianluca Bertagna "Sole 24 ore"