Abbastanza recentemente mi è capitato di dover rifare la carta d'identità, sebbene ne fossi già in possesso, perchè dovendomi recare all'estero, in un paese europeo, non volevo rischiare la sgradita sorpresa del mancato riconoscimento, da parte delle Autorità di frontiera.
All'estero, infatti, è risaputo che non glie ne frega un fico secco della normativa italiana.
Recatomi al Comune di mia appartenenza chiedevo la sostituzione della carta in mio possesso, sebbene in corso di validità e non deteriorata (e quindi ne sottratta nè smarrita) e la dipendente mi rilasciava una nuova carta con scadenza fino alla data del compleanno (quindi adeguata alla nuova normativa -v.post:Circolare n.2 del 10-02-2012 relativa a nuove disposizioni in materia di scadenza dei documenti d'identita' e di riconoscimento.).
Al momento del rilascio non nascondo pero' che sono rimasto un pò perplesso del fatto che sulla nuova CARTA D'IDENTITA' venisse apposta la dicitura "DUPLICATO" e che il costo del rilascio della stessa per me risultasse raddopiato rispetto a chi l'aveva ritirata poco prima.
Incuriosito da questa cosa, ho scoperto che ci sono comuni che non appongono nessuna dicitura sulla nuova carta di identità (non essendo per nulla legata a quella precedente) e che nella maggior parte dei comuni si paga la modica cifra di €. 5,42 + i diritti di segreteria mentre io ho pagato la cifra di €10,38 + dir. segr.
A distanza di qualche giorno, ho scoperto il motivo perchè la dipendente mi ha defraudato circa 5 euro
La dipendente ha mal interpretato la circolare 23 del 10 agosto 2010, emanata dal Ministero dell'Interno-Dir. Centrale per i Servizi Demografici- che testualmente recita:"si ritiene che si possa
procedere alla sostituzione della carta d'identità da prorogare o già
prorogata, seppur valida, con una nuova carta d'identità la cui validità
decennale decorrerà dalla data del rilascio. Ciò in analogia a quanto
indicato nella circolare MI.A.C.E.L. n. 24 del 31.12.1992, con riguardo
alle ipotesi di deterioramento, sottrazione o smarrimento della carta
d'identità. Pertanto, a richiesta del cittadino che intende recarsi
all'estero - dietro corrispettivo del costo della carta, unitamente al
diritto di segreteria - potrà essere rilasciato un nuovo documento
d'identità, previo ritiro di quello in possesso dell' interessato".
Ora dico io: "Ma al Ministero cosa gli costava indicare il costo esatto di detta sostituzione ed evitare ogni possibile interpretazione?".
Misteri della fede.
Mario Serio
Qui di seguito uno sfogo tratto da:www.demografici.it
07/08/2010 G.P. | |
In effetti la Circolare 23 del 28/7/2010
sembra scritta per alimentare la confusione - come già le pasticciate
precedenti sull'argomento (e già il fatto che due righe di norma di
legge abbiano dato luogo ad almeno tre-circolari-tre, di cui una in
12-punti-12 la dice lunga sul cammino della perseguita semplificazione).
Recita infatti testualmente: "si ritiene che si possa
procedere alla sostituzione della carta d'identità da prorogare o già
prorogata, seppur valida, con una nuova carta d'identità la cui validità
decennale decorrerà dalla data del rilascio. Ciò in analogia a quanto
indicato nella circolare MI.A.C.E.L. n. 24 del 31.12.1992, con riguardo
alle ipotesi di deterioramento, sottrazione o smarrimento della carta
d'identità. Pertanto, a richiesta del cittadino che intende recarsi
all'estero - dietro corrispettivo del costo della carta, unitamente al
diritto di segreteria - potrà essere rilasciato un nuovo documento
d'identità, previo ritiro di quello in possesso dell' interessato". L'ambiguità della disposizione non può indurre nessuno a vessare una volta di più il cittadino 'in regola': non è colpa sua se all'estero non riconoscono il timbro di proroga (sul quale tanto ci siamo alambiccati in solipsistiche considerazioni, che infine hanno dato come risultato una pernacchia internazionale). Perciò, bando alle ciance, il cittadino ha diritto a che la sua carta di identità 'quinquennale' valga invece 10 anni; se lo Stato, che ha fatto la legge, non è in grado di garantirne l'efficacia, il cittadino ha diritto di ottenere un documento nuovo di zecca per 10 anni, pagando il 'prezzo base' e non il medievale balzello del doppio diritto (che alcuni miserevolmente applicano anche quando al tapino gli rubano il portofogli con tutta la 'sua identità' dentro). |