domenica 2 marzo 2025

L’abrogazione dell’abuso d’ufficio (ex 323 C.P.)


Sentenza n. 5041/2025

L'abrogazione del reato di abuso d'ufficio, ufficializzata nel 2025, rappresenta una svolta fondamentale nel diritto penale italiano, generando un vivace dibattito tra giuristi. La sentenza n. 5041/2025 della Corte di Cassazione offre chiarimenti sui limiti di questa abrogazione e sulle sue conseguenze giuridiche.


La decisione di rimuovere l'art. 323 c.p. è motivata dalla volontà di semplificare e ridurre l'area dell'illegalità penale, poiché il reato era complesso da applicare e spesso portava all'immobilismo della pubblica amministrazione. Per evitare un vuoto normativo, è stato introdotto l'art. 314-bis c.p., che punisce specifiche condotte di indebita interferenza.

La sentenza della Cassazione sottolinea che, sebbene l'abuso d'ufficio sia stato abrogato, ciò non implica automaticamente l'assenza di rilevanza penale per reati connessi, come il traffico di influenze illecite. Le reazioni all'abrogazione sono state miste: molti funzionari pubblici la vedono come una liberazione da incertezze, mentre l'opinione pubblica teme un incremento dei comportamenti illeciti, in un contesto di elevata percezione della corruzione in Italia.

Da un confronto con altre legislazioni europee emerge che l'Italia ha scelto una riforma più radicale eliminando il reato. Il nuovo art. 314-bis c.p. mira a colmare le lacune e punire specifiche condotte illegali. Le prime applicazioni giurisprudenziali evidenziano che il nuovo articolo non copre completamente tutte le condotte precedentemente sanzionate come abuso d'ufficio, suggerendo un ambito operativo più ristretto.

In conclusione, l’abrogazione dell’abuso d’ufficio e l'introduzione dell'art. 314-bis c.p. segnano un rilevante cambiamento nel diritto penale amministrativo, richiedendo una futura interpretazione giurisprudenziale per garantire un equilibrio tra il rispetto dell'interesse pubblico e la certezza del diritto.

Mario Serio Riproduzione riservata
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