Per almeno 318 locali scatteranno almeno cinque giorni di chiusura. primi venti provvedimenti stanno per essere notificati e i commercianti avranno venti giorni di tempo per le controdeduzioni
PALERMO. Hanno occupato il suolo pubblico
abusivamente o oltre la misura concessa dal Comune: per 318 locali
scatteranno almeno cinque giorni di chiusura. I primi venti
provvedimenti stanno per essere notificati e i commercianti avranno
venti giorni di tempo per le controdeduzioni. Trascorso tale termine, e
in mancanza giustificazioni valide, il Comune, che proprio ieri ha
modificato l'iter procedurale per l'emissione dei provvedimenti
sanzionatori, darà l'ordine alla polizia municipale di eseguire la
chiusura dell'attività commerciale per almeno cinque giorni, a
prescindere dal ripristino dello stato dei luoghi.
Una mannaia che sta per abbattersi su pizzerie, pub,
ristoranti, bar e altre attività commerciali pizzicate dagli uomini del
comando di via Dogali senza autorizzazione per l'occupazione del suolo
pubblico. In sostanza, nessuno potrà evitare la chiusura. Ed è proprio
questo lo spirito della legge, che si candida ad essere il più efficace
mezzo deterrente contro gli evasori della Tosap. La sanzione accessoria
varrà per i negozi verbalizzati dall'entrata in vigore della legge 94
del 2009, che il commissario straordinario del Comune, Luisa Latella, ha
reso operativa con l'emissione della direttiva dello scorso febbraio,
mettendo in chiaro i compiti e i ruoli che dovranno svolgere la polizia
municipale e l'assessorato attività produttive nella fasi di emissione e
notifica dei provvedimenti di chiusura. Dal 20 febbraio, però, non è
stato emesso nessun provvedimento, nonostante ci fossero centinaia di
contestazioni. Le prime venti lettere, infatti, sono partite soltanto da
poche ore. Il vuoto, però, potrebbe essere colmato grazie ad alcuni
accorgimenti procedurali apportati dagli uffici comunali.
All'assessorato Attività produttive c'è grande
fermento. Ieri, grazie anche alla richiesta del Giornale di Sicilia di
conoscere gli effetti della direttiva Latella su una materia così
spinosa, il dirigente del settore che si occupa delle sanzioni
accessorie, Domenico Verona, ha emesso una disposizione interna che
inverte le procedure per l'emissione del provvedimento di chiusura.
Servirà a fare più in fretta. Se prima si cominciava con la
registrazione dei verbali pervenuti dalla polizia municipale, la
verifica del contenuto della contestazione con le autorizzazioni
rilasciate dall'assessorato, l'atto per le controdeduzioni (venti
giorni) e, infine, il provvedimento di chiusura, adesso la musica
cambia: prima il provvedimento finale (il commerciante avrà sempre venti
giorni di tempo per controdedurre) e poi le verifiche.
«Abbiamo ricevuto dai vigili un incartamento con 130
verbali, tutti già registrati, ed altri ne stanno arrivando. I primi
venti provvedimenti - conferma il dirigente - sono in viaggio. Il cambio
di passo dell'iter procedurale servirà a portarci avanti con il lavoro.
Del resto - conclude Verona -, uno dei presupposti della legge è quello
di garantire la sicurezza pubblica ed evitare l'intralcio alla
circolazione stradale, che si potrebbero creare a fronte di aree
pubbliche occupate abusivamente. Per non parlare del recupero
dell'imposta». I numeri sono da capogiro. Nell'ultimo triennio, i vigili
hanno effettuato mille controlli scoprendo 318 casi, tutti
verbalizzati, di occupazione abusiva del suolo pubblico. 108 riguardano i
gazebo. Grazie a questi controlli, il Comune potrà recuperare circa
8mila metri quadrati di Tosap evasa. Inoltre, dal momento della
contestazione fino al recupero dello stato dei luoghi, chi ha evaso
dovrà pagare dieci euro al giorno per ogni metro quadrato di superficie
evasa. Per ogni verbale è scattata anche la sanzione pecuniaria di 159
euro, oltre la segnalazione all'autorità giudiziaria.