giovedì 17 maggio 2012

Palermo, tasse evase: serrata su pub e bar

Per almeno 318 locali scatteranno almeno cinque giorni di chiusura. primi venti provvedimenti stanno per essere notificati e i commercianti avranno venti giorni di tempo per le controdeduzioni


 di SALVO RICCO
PALERMO. Hanno occupato il suolo pubblico abusivamente o oltre la misura concessa dal Comune: per 318 locali scatteranno almeno cinque giorni di chiusura. I primi venti provvedimenti stanno per essere notificati e i commercianti avranno venti giorni di tempo per le controdeduzioni. Trascorso tale termine, e in mancanza giustificazioni valide, il Comune, che proprio ieri ha modificato l'iter procedurale per l'emissione dei provvedimenti sanzionatori, darà l'ordine alla polizia municipale di eseguire la chiusura dell'attività commerciale per almeno cinque giorni, a prescindere dal ripristino dello stato dei luoghi.

Una mannaia che sta per abbattersi su pizzerie, pub, ristoranti, bar e altre attività commerciali pizzicate dagli uomini del comando di via Dogali senza autorizzazione per l'occupazione del suolo pubblico. In sostanza, nessuno potrà evitare la chiusura. Ed è proprio questo lo spirito della legge, che si candida ad essere il più efficace mezzo deterrente contro gli evasori della Tosap. La sanzione accessoria varrà per i negozi verbalizzati dall'entrata in vigore della legge 94 del 2009, che il commissario straordinario del Comune, Luisa Latella, ha reso operativa con l'emissione della direttiva dello scorso febbraio, mettendo in chiaro i compiti e i ruoli che dovranno svolgere la polizia municipale e l'assessorato attività produttive nella fasi di emissione e notifica dei provvedimenti di chiusura. Dal 20 febbraio, però, non è stato emesso nessun provvedimento, nonostante ci fossero centinaia di contestazioni. Le prime venti lettere, infatti, sono partite soltanto da poche ore. Il vuoto, però, potrebbe essere colmato grazie ad alcuni accorgimenti procedurali apportati dagli uffici comunali.

All'assessorato Attività produttive c'è grande fermento. Ieri, grazie anche alla richiesta del Giornale di Sicilia di conoscere gli effetti della direttiva Latella su una materia così spinosa, il dirigente del settore che si occupa delle sanzioni accessorie, Domenico Verona, ha emesso una disposizione interna che inverte le procedure per l'emissione del provvedimento di chiusura. Servirà a fare più in fretta. Se prima si cominciava con la registrazione dei verbali pervenuti dalla polizia municipale, la verifica del contenuto della contestazione con le autorizzazioni rilasciate dall'assessorato, l'atto per le controdeduzioni (venti giorni) e, infine, il provvedimento di chiusura, adesso la musica cambia: prima il provvedimento finale (il commerciante avrà sempre venti giorni di tempo per controdedurre) e poi le verifiche.

«Abbiamo ricevuto dai vigili un incartamento con 130 verbali, tutti già registrati, ed altri ne stanno arrivando. I primi venti provvedimenti - conferma il dirigente - sono in viaggio. Il cambio di passo dell'iter procedurale servirà a portarci avanti con il lavoro. Del resto - conclude Verona -, uno dei presupposti della legge è quello di garantire la sicurezza pubblica ed evitare l'intralcio alla circolazione stradale, che si potrebbero creare a fronte di aree pubbliche occupate abusivamente. Per non parlare del recupero dell'imposta». I numeri sono da capogiro. Nell'ultimo triennio, i vigili hanno effettuato mille controlli scoprendo 318 casi, tutti verbalizzati, di occupazione abusiva del suolo pubblico. 108 riguardano i gazebo. Grazie a questi controlli, il Comune potrà recuperare circa 8mila metri quadrati di Tosap evasa. Inoltre, dal momento della contestazione fino al recupero dello stato dei luoghi, chi ha evaso dovrà pagare dieci euro al giorno per ogni metro quadrato di superficie evasa. Per ogni verbale è scattata anche la sanzione pecuniaria di 159 euro, oltre la segnalazione all'autorità giudiziaria.