domenica 15 aprile 2012

Locali con la patente a punti così Torino sfida la movida

Rumori, sicurezza, pulizia: chiusura a mezzanotte per chi sgarra. Un patto a tre fra Comune, residenti e titolari degli esercizi di DIEGO LONGHIN
Applicare il sistema della "patente a punti" sui locali della movida per mettere un freno al fracasso, alla sporcizia e aumentare la sicurezza nei quartieri più gettonati di notte. Il modello? Identico a quello del permesso di guida: ogni locale avrà un bonus iniziale. Per ogni infrazione, a seconda della gravità, verranno tolti dei punti. Quando il credito sarà esaurito il titolare sarà costretto ad abbassare la serranda a mezzanotte per un mese. Dopo la "patente" si ricarica, ma non del tutto. Il gestore si dovrà comportare "bene" per tornare al bonus iniziale.

Il Comune di Torino ci vuol provare. Visto che la maggior parte delle ordinanze e dei provvedimenti ad hoc per limitare gli orari di apertura avrebbero vita breve di fronte ai giudici del Tar, come è già successo in altre città, la strada intrapresa dalla giunta guidata dal sindaco Piero Fassino è diversa. L'obiettivo dell'assessore al Commercio, Giuliana Tedesco, è quello di arrivare ad un accordo a tre: titolari dei locali, residenti e Comune. Dopo mesi di lavoro e riunioni con le parti si è in dirittura di arrivo. Un patto che per essere valido dovrà portare la firma di tutte le parti. Intesa che contiene impegni precisi e, in caso di mancato rispetto, effetti concreti, ad iniziare dalla riduzione dell'orario sulla base del sistema a punti, da quattro a sei a seconda dell'infrazione. Il bonus iniziale è di venti. Lo scopo è di dare pace ai residenti, sul piede di guerra
per il rumore, il traffico e la sporcizia, e responsabilizzare i titolari dei locali. Nell'accordo è previsto che i titolari partecipino alla pulizia e mettano a punto un servizio di assistenza e sicurezza non solo nei locali, ma in tutta l'area, nelle vie e nelle piazze.

Se tutti saranno d'accordo si partirà con una sperimentazione nella zona di Piazza Vittorio, in riva al Po. E se il test darà i frutti sperati si tenterà lo stesso percorso negli altri quartieri della movida torinese, dal Quadrilatero Romano a San Salvario. "Noi siamo pronti a fare dei sacrifici, a rispettare gli impegni e a venire incontro alle esigenze dei residenti", dice il presidente dell'associazione dei commercianti di Piazza Vittorio, Roberto Bettonte.

L'idea della patente a punti non è nuova. A Milano l'ex assessore Terzi aveva proposto un meccanismo simile nel 2010 per combattere il fracasso e per invogliare l'apertura di nuovi locali lontano dai quartieri della notte. Provvedimento che non ha mai visto la luce. Poi si è passati alle ordinanze per vietare la vendita di alcol dopo le 22. Tutte annullate davanti al Tar, così come quelle sugli orari. Ora è rimasta in vigore, nella zona dei Navigli e dell'Arco della Pace, quella che vieta di portare all'esterno dei locali bottiglie di vetro.
A Roma nel 2009 il sistema punti è comparso nel regolamento per garantire più qualità e più servizi in bar e ristoranti del centro, oltre a porre un freno alla vita notturna. Non impone la riduzione dell'orario a chi esaurisce il bonus, ma fissa dei criteri per ricevere la licenza. Se non si raggiunge un punteggio minimo non c'è il via libera.

Le altre città come affrontano il problema movida e la battaglia tra locali e residenti? A Genova vietato vendere bottiglie in vetro dalle 22 in poi. Niente alcol ai minori di 16 anni, mentre dai 16 ai 18 il divieto vale solo per i superalcolici. Insomma, birra sì e volendo in gran quantità, ma vodka no. A Napoli le maglie sono abbastanza larghe. La nuova giunta ha eliminato le zone rosse dell'ex sindaco Iervolino. Ora esiste un'ordinanza, ma l'orario di chiusura imposto non sembra molto rigido: il sabato e la domenica le attività all'aperto sono tollerate fino alle tre di notte, ma il locale può rimanere aperto all'interno fino alle 5. Il venerdì stop fuori alle 3 di notte, ma luci accese fino alle 4. Si tratta di un test. "Un modo per aiutare l'economia", ha sostenuto a novembre l'assessore al Commercio di Napoli, Marco Esposito.
A Bari l'anno scorso diverse le ordinanze anti-rumore, che hanno portato anche alla chiusura di diversi Pub nella città vecchia. Ora si punta a spostare gli amanti della notte sul lungo mare dove sarà vietato il traffico.
(15 aprile 2012)