domenica 15 aprile 2012

Roma:Tavolini selvaggi

Caos licenze e tavolini: Bordoni blocca la proposta del silenzio-assenso
14 aprile 2012-Quaranta giorni per la risposta, poi il via libera: è il senso di una proposta di delibera firmata da 10 consiglieri Pdl. Ma l'assessore al Commercio ferma tutto: inapplicabile
ROMA - Il documento, approdato il 28 marzo nel I Municipio, è emerso solo venerdì 13 aprile. Complice una email inviata dalle organizzazioni di categoria al presidente della commissione Commercio, Ugo Cassone. «A nostro avviso - si legge - la bozza di delibera è innovativa, non punitiva nei confronti di attività produttive rilevanti per l'economia cittadina e tale da non lasciare campo alla discrezionalità degli uffici». Dieci consiglieri di maggioranza (di Pdl, Api e La Destra) vorrebbero rendere più facili le licenze per i dehors, quelle che limitano il fenomeno «tavolino selvaggio», introducendo il sistema del silenzio-assenso: se entro 40 giorni non arriva risposta, l'occupazione di suolo pubblico è autorizzata. Ma stavolta hanno fatto i conti senza l'oste. E l'assessore Davide Bordoni ha bloccato tutto sul nascere.

Immediata, sabato mattina, è giunta la replica con una nota dello stesso assessore al Commercio: «Esprimo parere contrario alla proposta». Non è abbastanza chiaro? Allora ecco Bordoni precisare che «il documento è apparso agli uffici tecnici non applicabile alla luce delle nuove disposizioni europee e governative che vanno ad incidere sulle norme di semplificazione, tutelando comunque le aree di pregio come quelle del centro cittadino di Roma».
«Non solo la proposta non è applicabile in termini tecnici ma contrasta con le intenzioni dichiarate dell’amministrazione che si è sempre espressa a favore della tutela della città sotto il profilo ambientale e storico - dice Bordoni -. L’entrata in vigore della Bolkestein e i decreti del Governo Monti non modificano, infatti, il cuore della delibera 35 che fissa criteri qualitativi relativamente agli esercizi di somministrazione di cibi e bevande». E chiude assicurando che nessuno vuole «alterare l’equilibrio di Roma né abbandonarla alla deregulation totale».


Bocciata dunque la proposta numero 8 del 2012 (firmata dai consiglieri capitolini Todini, Tomaselli, Angelini, Torre, Fioretti, Masino, Quarzo, Gazzellone, La Fortuna e Vigna), che suggerisce di modificare il Regolamento del 2010 per le attività di somministrazione e quello regionale del 2009. «Leggendo l'email mi ero insospettita - rivelala Verde Nathalie Naim - e ho scovato il testo. È una vergogna: si vorrebbero liberalizzare le licenze nel centro storico e abrogare i piani di massima occupabilità».
Il nuovo «Regolamento unico per l'esercizio, la concessione di suolo pubblico e l'apposizione di insegne per le attività di somministrazione», avrebbe previsto «il possesso dell'autorizzazione amministrativa comporta, su istanza dell'interessato, il rilascio della concessione per occupazione di suolo pubblico nei modi e nei tempi appresso previsti».

Non solo: «Nelle aree pedonali (potrebbe essere il caso di piazza Navona ndr ) l'occupazione di suolo pubblico prosegue oltre il marciapiede - secondo la proposta dei 10 consiglieri - , qualora questo sia presente, sulla sede stradale, purché sussista una carreggiata monocorsia di metri 3,50 riservata ai veicoli di soccorso o in servizio di ordine pubblico».

Ma a far discutere è soprattutto la proposta per cui nelle vie e piazze tutelate «l'ufficio del Municipio competente dovrà richiedere parere motivato alla Soprintendenza». Il responso dovrà pervenire entro 40 giorni dalla richiesta, oltre i quali non sarà più vincolante. «L'impressione - valuta Orlando Corsetti - è che il Comune voglia mettere all'angolo le soprintendenze e avere carta bianca sulla gestione della città. Ci opporremo al nuovo regolamento e faremo una manifestazione: siamo stanchi di queste prevaricazioni».

Redazione online e Maria Egizia Fiaschetti

Fonte: http://roma.corriere.it

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TAVOLINI, ALEMANNO: SU DELIBERA PARERE CONTRARIO. REGOLE CONTRO IL DEGRADO

apr 15, 2012-Dall’Amministrazione capitolina continuano ad arrivare rassicurazioni e conferme ai coordinamenti dei residenti del centro storico in merito alla delibera sui tavolini selvaggi di cui nella mattinata di ieri erano circolate alcune indiscrezioni. 
Anche il sindaco Gianni Alemanno ha avuto modo di specificare proprio sabato che tale delibera “ha gia’ avuto il parere contrario dell’assessorato alle Attivita’ produttive alcuni mesi fa”. Si tratterebbe dunque di un provvedimento che la Giunta comunale non condivide e che trova l’opposizione del sindaco.
Ci puo’ essere un confronto, ma l’impostazione di questa delibera non e’ condivisibile e non e’ da considerarsi come la posizione della Giunta” ha spiegato il primo cittadino che conclude: “E’sbagliato identificare la posizione della Giunta con questa delibera che rappresenta invece un’iniziativa consiliare che porta la firma di dieci consiglieri. La prossima settimana ci sara’ un vertice tra Roma capitale e il ministero dei Beni culturali: vogliamo ragionare insieme per trovare i poteri giusti per dare regole chiare contro il degrado in centro storico”.
Sul tema della delibera è intervenuto anche l’assessore capitolino Davide Bordoni: “La proposta di delibera sui dehors che porta la firma di alcuni consiglieri del Pdl, Api e La Destra, non ha superato il vaglio dell’Assessorato alle Attività Produttive che ha espresso parere contrario. Il documento, infatti, è apparso agli uffici tecnici non applicabile alla luce delle nuove disposizioni europee e governative che vanno ad incidere sulle norme di semplificazione, tutelando comunque le aree di pregio come quelle del centro cittadino di Roma”.
Non solo la proposta non è applicabile in termini tecnici ma contrasta con le intenzioni dichiarate dell’amministrazione che si è sempre espressa a favore della tutela della città sotto il profilo ambientale e storico. L’entrata in vigore della Bolkestein e i decreti del Governo Monti non modificano, infatti, il cuore della delibera 35 che fissa criteri qualitativi relativamente agli esercizi di somministrazione di cibi e bevande. La giustizia amministrativa continua a darci ragione ritenendo la qualità condizione sufficiente per mantenere invariate regole che sono fondamentali per non alterare l’equilibrio di Roma e non abbandonarla alla deregulation totale”.
Sul tema si è espresso anche Dino Gasperini, assessore alla Cultura che ha spiegato che la Giunta non può approvare il testo dal momento che “non va nella direzione della tutela né del centro storico, né delle attività commerciali”..
LA PROPOSTA – La nuova proposta, una delibera consiliare firmata da dieci consiglieri del Pdl in materia di tavolini e gazebo all’aperto per riscrivere le norme attualmente in atto e risolvere così la questione “tavolini selvaggi”. La delibera prevederebbe un alleggerimento dei vincoli posti dal parere espresso dalle Soprintendenze, e una modifica all’iter di segnalazione da parte dei vigili urbani, estendendo inoltre lo spazio concesso a ristoratori ed esercenti allargandolo oltre che al marciapiede, anche alla aree pedonali, secondo precise regole di comportamento. Un altro nodo all’esame del Consiglio è quello  riguardante gli impianti di riscaldamento a gas ed elettrici.
Tante novità, in un Testo unico, che ha già trovato l’approvazione della commissione Commercio e che è arrivato al parere dei municipi; si tratterebbe di un regolamento apposito con il quale si accorpano due delibere: la 35 del 2010 sulla somministrazione e la 75/2010 sulle occupazioni di suolo pubblico.
Le innovazioni che questa delibera andrebbe ad introdurre però preoccupano il Coordinamento residenti Città storica e avrebbe incontrato l’opposizione del presidente del I Municipio, Orlando Corsetti, che già in passato aveva aperto una polemica in materia di tavolini all’aperto, gazebi e impianti di riscaldamento, poi risoltasi con una ordinanza del sindaco che sospendeva le rimozioni volute dal Municipio, che avevano sollevato la protesta degli esercenti.
COSA CAMBIEREBBE
SOPRINTENDENZE Articolo 30: in caso di richiesta di occupazione di aree tutelate serve parere della Sovrintendenza, ma non è vincolante se arriva dopo 40 giorni o in contrasto con una legge regionale.
VIGILI URBANI Per il via libera ai tavolini all’aperto serve parere dei vigili urbani: devono verificare che non vi siano problemi con il Codice della strada. Ma trascorsi 15 giorni, scatta il silenzio assenso.
RISCALDAMENTO Per gli impianti di riscaldamento c’è il via libera agli apparecchi elettrici, ma anche a gas. Con una serie di prescrizioni, sono consentite “le stufe irradianti definite termo ombrello”.
ARREDI ESTERNI L’assessore Bordoni aveva proposto un concorso come a Firenze per progettare i dehors; ma la delibera già elenca tutti la tipologia degli impianti, dagli ombrelloni alle coperture a capanna.
OLTRE I MARCIAPIEDI Nelle aree pedonali è consentito di mettere tavolini e gazebo anche oltre i marciapiedi purché si lascino liberi 3,5 metri di carreggiata stradale per i mezzi di soccorso.
DISTRIBUTORI AUTOMATICI La delibera riguarda tutto il settore della somministrazione di alimenti e bevande. Ad esempio, per quel che concerne i distributori automatici vieta la vendita di alcolici.

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Piazza Navona

Tavolini selvaggi, troppe norme
che nessuno rispetta

La denuncia del capogruppo dei Verdi in I Municipio, Nathalie Naim, un tempo delegata alla repressione all’abusivismo commerciale. "Il costo di un’occupazione che consente di mangiare davanti alla fontana dei Quattro Fiumi? Ridicolo: "78 centesimi al giorno al metro quadro"
Lo spiega bene la capogruppo dei Verdi in I Municipio, Nathalie Naim, un tempo delegata alla repressione dei tavolini selvaggi e dell’abusivismo commerciale (finché il mini-sindaco Orlando Corsetti, non si sa bene il perché, le ha tolto ogni potere): le normative che, a vari livelli istituzionali (Sovrintendenze, Comune, Regione), tutelano piazza Navona sono tante, sono complesse e, soprattutto, sin qui sono state facilmente impugnabili sia da parte dei ristoratori – sono 17 i locali che affacciano sulla piazza più bella della capitale – che dai ben organizzati rappresentanti dei pittori e ritrattisti di strada, suonatori e improvvisati venditori che si contendono ogni centimetro ancora disponibile della piazza.
«Il Piano di massima occupabilità di di piazza Navona è stato approvato nel 2006 e contestualmente sono state inviate dal Municipio le disdette delle vecchie concessioni perché venissero presentate richieste conformi al piano. Ma poiché questo prevedeva che le occupazioni di suolo pubblico (che occupano tutte sia il marciapiede che la carreggiata) venissero riportate sopra il marciapiede, sono stati fatti infiniti ricorsi al Tar e al Consiglio di stato da parte degli esercenti che non intendevano perdere un centimetro di quel suolo pubblico ad altissimo valore commerciale e bassissimo costo» denuncia la consigliera Naim. Il costo di un’occupazione che consente di mangiare davanti alla fontana dei Quattro Fiumi? Ridicolo: «78 centesimi al giorno al mq» .
Ne è nata una situazione intricatissima, per cui risulta che le occupazioni (tavolini, sedie, menù e ogni arredo esterno dei locali) sono decadute ma i verbali dei vigili sono stati impugnati. «Il Comune di fronte alle forti pressioni non ha affrontato questa situazione lasciando per anni piazza Navona in una situazione di totale caos – aggiunge Naim - Bisogna porre fine a questo caos, il decoro di questa piazza unica al mondo deve essere tutelato sopra ogni cosa, gli esercenti dovrebbero ritenersi privilegiati di poter conservare il prezioso spazio sopra ai marciapiedi» .
Poi va tenuto in conto che il Comune intende istituire al centro della piazza, ai due lati della fontana centrale, le 44 postazioni dei pittori con di fronte due postazioni da 10 metri di diametro ognuna per i suonatori ambulanti e artisti di strada: «E’ stata programmata una vera e propria invasione di ogni spazio della piazza. Io auspico che l’Amministrazione ci ripensi e questi spazi vengano fortemente ridotti» auspica la consigliera, che in I Municipio si è fortemente battuta, insieme alle colleghe Anna Lisa Secchi e Marida Monaco (Pd), per la realizzazione degli oltre cento Piani di massima occupabilità e dei 50 a occupabilità zero, previsti nelle vie e piazze più pregiate del I Municipio.
Polemica l’opposizione con il consigliere Fabrizio Sequi: «La giunta Corsetti vara fantomatici Piani di massima occupabilità illegittimi ed impugnabili sotto il profilo della disparità di trattamento, mentre oggi alcune associazioni targate politicamente e rappresentative di loro stesse, pensano che con la denuncia in Procura della situazione delle occupazioni di suolo pubblico di piazza Navona possano risolversi i problemi del decoro del centro storico».
Per il presidente della commissione Trasparenza «la situazione dei Piani di massima occupabilità sta assumendo toni grotteschi, visto che stanno partendo centinaia di ricorsi amministrativi e che soprattutto girano per il centro storico, per ammissione dello stesso presidente Corsetti, centinaia di attività di somministrazione non controllate dal municipio».
Un altro fronte, quello delle “licenze fantasma”, che secondo il mini-sindaco sarà oggetto di un’indagine interna, visto che anche un ristoratore di piazza Navona a Paese Sera denuncia: «Anni fa per una delle mie licenze avevo richiesto una proroga, che mi era stata negata, e la licenza sarebbe dovuta decadere. In realtà, tempo dopo, ho scoperto che la mia licenza era stata riattivata e rivenduta, e poteva farlo solo l’ufficio Commercio del Municipio». Ma le denunce, pubbliche o confidenziali, arrivano soltanto ora.
Beatrice Nencha