venerdì 12 ottobre 2012

Decreto sanità: multa di 1000 euro per chi vende alcolici ai minorenni

Decreto sanità modificato con l’approvazione degli emendamenti in Commissione affari sociali alla Camera.
Decreto sanità in restyling in seguito alla votazione di una serie di emendamenti in Commissione affari sociali della Camera. Vediamo come cambia il decreto Balduzzi.

Divieto alcolici minorenni

Si parte dal capitolo molto importante riguardante i minori. Si introduce infatti il divieto di vendita di alcolici ai minori di 18 anni, aumentando così l’età per poter assumere sostanze alcoliche, visto che attualmente il divieto è per gli under 16,  con multe da 250 a 1.000 euro raddoppiabili in caso di recidiva, e con l’aggravante della sospensione di tre mesi del locale che vende alcolici ai minorenni.

Decreto sanità: le altre misure a tutela dei minori

Il decreto Balduzzi interviene su altre misure riguardanti sempre la tutela dei minori, come quelle riguardanti la pubblicità. Via libera al divieto di trasmettere spot pubblicitari nei 30 minuti precedenti e successivi la trasmissione di programma rivolti ai minori. Divieto anche di trasmettere messaggi pubblicitari sulla stampa periodica destinata ai minori e nelle sale cinematografiche in cui sono trasmessi film per minori. Sempre a tutela dei minori, spetta al Ministero dell’istruzione segnalare «alle scuole primarie e secondarie la valenza educativa del tema del gioco affinché gli istituti possano predisporre iniziative didattiche volte a rappresentare i potenziali rischi connessi all’abuso».

Stretta sui giochi

Il decreto sanità si interessa anche dei giochi pubblici, prevedendo il raddoppio dei controlli nelle sale da parte dei Monopoli di Stato, insieme alla Siae, alla Guardia di finanza e alle forze di polizia, specificamente destinati al contrasto del gioco minorile, che passano da 5 mila a 10 mila. Il gioco online viene vietato negli esercizi pubblici e al tempo stesso viene vietata «la messa a disposizione presso qualsiasi pubblico esercizio di apparecchiature» che consentono ai clienti di «giocare sulle piattaforme di gioco messe a disposizione dei concessionari online autorizzati» o dai soggetti privi di qualsiasi autorizzazione rilasciata dalle autorità competenti.


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