Secondo gli agenti della polizia locale di Treviglio, che lo hanno colto su fatto e multato, parlava al cellulare mentre guidava. Lui invece sostiene che il telefonino non l'aveva vicino all'orecchio, ma in bocca. L'automobilista, un imprenditore trevigliese di 40 anni, pur di portare avanti la sua tesi ha prima fatto ricorso al giudice di pace, senza ottenere ragione, e ora si è rivolto a un legale per sostenere la sua versione e chiedere quindi l'annullamento della sentenza. Ma il comando della polizia locale di Treviglio, attraverso la Giunta comunale, non è stato a guardare e a sua volta ha incaricato un proprio avvocato per resistere nel giudizio d'appello promosso dall'imprenditore.
Il fatto risale a un anno fa. Teatro dell'accaduto l'angolo tra le vie Battisti e Filzi, proprio a due passi dal comando della polizia locale. È qui che alle 13 del 29 luglio 2011 l'imprenditore trevigliese è stato visto mentre – è l'accusa – guidava con il telefonino all'orecchio, comportamento che per il codice della strada si traduce in 152 euro di multa e cinque punti di patente in meno. I due agenti della polizia locale presenti in quel momento hanno fermato l'automobilista mentre dalla circonvallazione si apprestava a imboccare via Filzi, dopo il passaggio di alcuni pedoni. Secondo gli agenti l'imprenditore impugnava il telefono durante la manovra e lo portava «alla» bocca, mentre secondo l'automobilista multato l'apparecchio telefonico era «in» bocca. Questa, di fatto, la sottile ma determinate differenza tra le due versioni finite sul tavolo del giudice di pace.
Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 17 agosto
Il fatto risale a un anno fa. Teatro dell'accaduto l'angolo tra le vie Battisti e Filzi, proprio a due passi dal comando della polizia locale. È qui che alle 13 del 29 luglio 2011 l'imprenditore trevigliese è stato visto mentre – è l'accusa – guidava con il telefonino all'orecchio, comportamento che per il codice della strada si traduce in 152 euro di multa e cinque punti di patente in meno. I due agenti della polizia locale presenti in quel momento hanno fermato l'automobilista mentre dalla circonvallazione si apprestava a imboccare via Filzi, dopo il passaggio di alcuni pedoni. Secondo gli agenti l'imprenditore impugnava il telefono durante la manovra e lo portava «alla» bocca, mentre secondo l'automobilista multato l'apparecchio telefonico era «in» bocca. Questa, di fatto, la sottile ma determinate differenza tra le due versioni finite sul tavolo del giudice di pace.
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Fonte: http://www.ecodibergamo.it