In tempi lontani, quando ancora vigeva
la prima repubblica, la grande intuizione del Parlamento Siciliano di
allora, su una spinta forte che proveniva dai Vigili Urbani del tempo,
fu il varo di una legge regionale che desse uniformità ad un comparto di
lavoratori cui si riconoscevano attribuzioni specifiche, anche nei
riguardi e nell’interesse della comunità isolana.
Una legge, la 17/90, di rara avanguardia
per un Parlamento, quello siciliano, che viene assurto da sempre al
rango della Camera Alta ( Senato ) dello Stato e che fu in grado di
attribuirsi prerogative di uno Statuto rimasto, per colpa, in larga
parte disapplicato.
In merito a quella Legge, ancora oggi
strumento di “copiatura” anche in tempi recenti di Consessi di altre
regioni, va riconosciuto che, in rapporto a quei tempi, essa rappresentò
un punto d’arrivo della categoria siciliana nell’interesse non solo
delle comunità locali, ma fu anche occasione di crescita, sviluppo e
affermazione lavorativa di una classe di dipendenti pubblici a forte
connotazione specifica.
Negli ultimi anni, anche in ragione
delle ultime riforme costituzionali in senso devolutivo, è stato
riconosciuto, da più parti, la necessità di riformare e adeguare quello
strumento legislativo, con un atteggiamento sempre condiviso della
classe politica siciliana, partendo dal disegno di legge del Governo
Cuffaro sino al progetto dell’amministrazione regionale attuale.
Signor Presidente Lombardo, è stato
durante la sua campagna elettorale del 2008 che Lei si dichiarò
appartenente alla Polizia Locale Siciliana, condividendone i principi e
le aspettative ed informando tutti i Comandi della Regione, che il suo
Governo avrebbe, con la riforma della L.R. 17/90, dato pieno merito alla
Categoria e in tempi decisamente europei.
Come potere dimenticare la grande
“convention”, all’interno del Palazzo dei Normanni in seduta plenaria,
della Prima Commissione Affari Istituzionali, con la presenza del
Presidente, in cui da tutte le componenti politiche rappresentate venne
preso l’impegno ed assunta la volontà, di arrivare all’approvazione di
un nuovo testo di legge. Come omettere di ricordare il comunicato
stampa, dal tono enunciativo, col quale il Governo Regionale comunicava
il varo del nuovo testo l Governo Regionale annunciavaahe rappresentate,
venne preso l’della Legge di Riforma della Polizia Locale Siciliana!
Quando la politica perde, cosi come oggi
ampiamente dimostrato, la propria credibilità ed ha bisogno di essere
“commissariata”, il significato sta tutto in questo, ovvero nella
incapacità di dare un’adeguata risposta ai bisogni dei cittadini, di
essere interlocutori affidabili, seri e certi, al di là della
conservazione del proprio Status. Da qui, scaturisce la necessità di
riprogrammare una politica rispondente ad una società, che evolvendosi
deve guardare al futuro.
Signori Presidenti e signori Deputati,
la Polizia Locale Siciliana è fatta di lavoratori ed, oggi, in gran
parte anche di precari, che corrono il rischio di non trovare conferma
alla loro esigenza di stabilità, frutto anche questa di scelte
scellerate di una classe dirigente sprecona e miope. Quei lavoratori
precari da oltre venti anni, che non sono disposti ad essere sacrificati
sull’altare dei tagli tout court, che sono stanchi, come tutti, di
promesse spostate sempre più avanti sul tavolo di decisioni mai
programmate. Per i nostri lavoratori precari l’orizzonte è sempre più
curvo e molti di loro rischiano il licenziamento alle porte del 2013, su
cui pesa come un macigno la recente decisione della Corte dei conti
siciliana.
La classe politica siciliana, fuori dai
patemi di un imminente decadenza, dovrebbe produrre quello scatto di
orgoglio nei confronti del Popolo Siciliano e, per la nostra parte, nei
confronti della Polizia Locale Siciliana, rispetto alla quale va
dimostrato che vi è anche il tempo in cui i crediti si portano
all’incasso.
Signor Presidente della Regione, signor
Presidente dell’A.R.S., signori Deputati, il Silpol, che ampiamente
rappresenta la polizia municipale e provinciale dell’isola con i suoi
lavoratori precari, è disponibile come sempre a sedersi subito per
definire un percorso breve nell’interesse della categoria. Ma anche
nell’interesse della intera comunità siciliana, nei confronti della
quale Voi e Noi siamo in rapporto di servizio seppure con ruoli
distinti. Rimane sempre aperta anche la questione riguardante il
finanziamento, per il 2012, dell’articolo 13 della legge 17/1990, per il
quale non siamo disponibili a finire sul tavolo ove si consuma
l’agnello sacrificale, qualora lo si voglia immolare agli interessi
economici e finanziari.
L’art.13 è per la categoria uno
strumento di tutela minima, che di sicuro non appaga le sue aspettative,
ma che concede agli operatori un momento di riscatto rispetto alle
crescenti difficoltà quotidiane della professione. E’ proprio di qualche
giorno fa la notizia di pesanti intimidazioni rivolte da ignoti al
Comandante della p.m. di Agrigento, dott. Cosimo Antonica, al quale
vanno la solidarietà e la vicinanza del Silpol e di tutta la categoria.
Giuseppe Gemellaro(vice segretario nazionale)
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