Imbrattare il Ponte di Rialto, a Venezia, è come sfregiare la
'Gioconda' di Leonardo, lo dice la Legge, ma per i writers fare danni in
laguna sembra diventata una sorta di sfida. Un modo forse per i
graffitari per farsi pubblicità, e segni sono comparsi nel tempo anche
su una colonna a San Marco; ma il comune ha detto basta e sono partite
le denunce penali. La task force attivata dalla polizia municipale in
poco più di un anno ha chiuso quattro operazioni, denunciando
complessivamente 15 writers per danneggiamento continuato, di cui tre
solo oggi. "I writers - ha spiegato Gianni Franzoi, che ha coordinato
l'indagine della municipale - realizzano i graffiti di notte, in luoghi
vietati e traggono soddisfazione dal firmarli con un simbolo, Tag, per
poi pubblicizzarli in internet ed eventualmente guadagnare denaro
dall'oggettistica legata alla loro opera". "Venezia diventa così
particolarmente appetibile perché - ha aggiunto - all'opera si affianca
il monumento, lo scorcio singolare del luogo che serve da spinta
pubblicitaria". La polizia municipale, solo ad esempio per l'operazione
chiusa oggi, censiti una cinquantina di graffiti tra il Ponte di Rialto,
il Ponte dei Miracoli, le Chiese di San Simeon Grande, San Someon
Piccolo, San Cassiano e Santa Fosca, ha ricostruito le Tag, le firme, di
tre writers - Squon, Gafuck e Zetaerre - ed é scattata la caccia in
internet.
E' così emerso che Squon, che ritrae facce di gatto, è un 35enne di
Pordenone che gestisce una serigrafia e che vende oggetti con il suo
marchio (felpe, berretti,magliette); Gafuck, che dipinge una sorta di
orecchio meccanico, è un'operaio di 29 anni di Pordenone; mentre
Zetaerre, imbrattatore del Ponte di Rialto - le sue tavole sono le
imposte in legno dei negozi - è uno studente veneziano di buona famiglia
che traccia solo il suo marchio e che appartiene ad una gang di
graffitari che a sua volta si 'tagga' Dcs. A case dei tre sono state
trovate e sequestrate centinaia di bombolette spray, decine di
erogatori, migliaia di fotografie relative alle loro opere (molte
riguardano treni e andranno alla polfer per ulteriori indagini),
computer e un telefono cellulare in cui Gafuck immortala - "la pistola
fumante indice di colpevolezza" dice Franzoi - una delle sue opere
appena realizzate. Il Comune ha annunciato che in sede giudiziaria si
costituirà parte civile per il risarcimento dei danni e inviterà a fare
altrettanto i cittadini vittime dei writers. "Nulla contro la produzione
artistica - avverte Marco Agostini, direttore generale del Comune - se
questa viene espressa nei luoghi opportuni, ma là dove si fa un danno
specie in una città come Venezia è giusto che si paghi". "Pensiamo poi
se si tratta di luoghi significativi - ha aggiunto - come il Ponte di
Rialto che peraltro è già in condizioni di degrado ed ha bisogno di un
urgente e costoso restauro". Proprio su questo il Comune sta lavorando
per fare un piano di interventi, con un costo tra i cinque e i sette
milioni di euro, e un bando per una sponsorizzazione dei lavori. Da
tempo, si parla di un interessa da parte di patron Diesel, Renzo Rosso
Fonte: http://www.ansa.it