E il mondo della 'plastica', e i vari schieramenti e
associazioni, si dividono su questa proroga.
Il testo, composto da tre articoli (il primo sui rifiuti in Campania, il secondo sugli shopper, il terzo sui materiali di riporto), dovra' passare al vaglio dell'Aula di Montecitorio per poi ritornare al Senato. E non sembrerebbe esclusa la possibilita' che il governo possa porre la fiducia, anche per via dei tempi stretti dell'approvazione (il provvedimento scade il 26 marzo). Nonostante le divisioni (in questo caso 'politiche') sui rifiuti in Campania, che dovrebbero esser risolte da un Ordine del giorno in Aula che impegna il governo, e' sui bioshopper che si concentrano le modifiche piu' importanti.
Viene infatti fissato di 6 mesi, dal 31 luglio al 31 dicembre 2012, il termine entro cui il ministero dell'Ambiente e dello Sviluppo economico possono emanare il decreto contenente i parametri di biodegradabilita' che i sacchetti dovranno rispettare (questo affinche' possano diventare compost una volta gettati nei cassonetti). Di conseguenza questo incide sul divieto di commercializzazione in quanto viene consentita la proroga ai bioshopper con additivi. Per gli altri sacchetti, quelli di plastica tradizionali, spiega Ermete Realacci (Pd), il divieto e' comunque in vigore dal primo gennaio del 2011.
Inoltre il termine per le sanzioni, applicabili a chi viola tale divieto, slittano al 31 dicembre 2013 (le multe potranno arrivare fino a 100.000 euro). Poi, alcune categorie di buste, determinate in base a una particolare grammatura e sagomatura (e alla posizione della maniglia), possono essere prodotte in plastica tradizionale.
Per Assobioplastiche, favorevole all'emanazione dei criteri di biodegradabilita', e' auspicabile un ''rapidissimo completamento dell'iter in modo da permettere all'Associazione di far valere nel mercato, finalmente, le regole di chiarezza da tempo auspicate''. Da parte sua FareAmbiente, favorevole alla proroga, ricordando la possibilita' di produrre ''per i prossimi 22 mesi'' bio-sacchetti con additivi, pensa all'impatto ''molto negativo sull'intero sistema produttivo del settore'' di una ''decisione frettolosa'', sul decreto, con conseguenze ''gravissime in termini occupazionali, con la perdita di oltre 20.000 posti di lavoro e la chiusura di almeno 2.000 aziende''.
Sulla stessa linea AssoEcoPlast che, evidenziando ''le ingiustificate resistenze del governo'', plaude alle modifiche chiedendo l'avvio di ''un confronto approfondito''. Infine, per AssoEcoPlast la norma implichera' ''un'incredibile e illiberale distorsione del mercato'', e su cui e' stata ''gia' inviata una segnalazione all'Authority''. (ANSA).
Il testo, composto da tre articoli (il primo sui rifiuti in Campania, il secondo sugli shopper, il terzo sui materiali di riporto), dovra' passare al vaglio dell'Aula di Montecitorio per poi ritornare al Senato. E non sembrerebbe esclusa la possibilita' che il governo possa porre la fiducia, anche per via dei tempi stretti dell'approvazione (il provvedimento scade il 26 marzo). Nonostante le divisioni (in questo caso 'politiche') sui rifiuti in Campania, che dovrebbero esser risolte da un Ordine del giorno in Aula che impegna il governo, e' sui bioshopper che si concentrano le modifiche piu' importanti.
Viene infatti fissato di 6 mesi, dal 31 luglio al 31 dicembre 2012, il termine entro cui il ministero dell'Ambiente e dello Sviluppo economico possono emanare il decreto contenente i parametri di biodegradabilita' che i sacchetti dovranno rispettare (questo affinche' possano diventare compost una volta gettati nei cassonetti). Di conseguenza questo incide sul divieto di commercializzazione in quanto viene consentita la proroga ai bioshopper con additivi. Per gli altri sacchetti, quelli di plastica tradizionali, spiega Ermete Realacci (Pd), il divieto e' comunque in vigore dal primo gennaio del 2011.
Inoltre il termine per le sanzioni, applicabili a chi viola tale divieto, slittano al 31 dicembre 2013 (le multe potranno arrivare fino a 100.000 euro). Poi, alcune categorie di buste, determinate in base a una particolare grammatura e sagomatura (e alla posizione della maniglia), possono essere prodotte in plastica tradizionale.
Per Assobioplastiche, favorevole all'emanazione dei criteri di biodegradabilita', e' auspicabile un ''rapidissimo completamento dell'iter in modo da permettere all'Associazione di far valere nel mercato, finalmente, le regole di chiarezza da tempo auspicate''. Da parte sua FareAmbiente, favorevole alla proroga, ricordando la possibilita' di produrre ''per i prossimi 22 mesi'' bio-sacchetti con additivi, pensa all'impatto ''molto negativo sull'intero sistema produttivo del settore'' di una ''decisione frettolosa'', sul decreto, con conseguenze ''gravissime in termini occupazionali, con la perdita di oltre 20.000 posti di lavoro e la chiusura di almeno 2.000 aziende''.
Sulla stessa linea AssoEcoPlast che, evidenziando ''le ingiustificate resistenze del governo'', plaude alle modifiche chiedendo l'avvio di ''un confronto approfondito''. Infine, per AssoEcoPlast la norma implichera' ''un'incredibile e illiberale distorsione del mercato'', e su cui e' stata ''gia' inviata una segnalazione all'Authority''. (ANSA).