Le sequestrarono l'auto per abbandono di rifiuti ad Agrigento, la Cassazione: illegittimo
Sintesi dei punti principali:
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Il GIP aveva rifiutato la richiesta di sequestro del veicolo.
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Il Procuratore ha fatto appello, sostenendo che l’auto fosse strumentale all’abbandono dei rifiuti, compiuto a distanza dall’abitazione dell’indagata, e che esistesse un rischio concreto di reiterazione del reato.
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Il Tribunale ha respinto l’appello, non ritenendo sufficientemente provata la pericolosità concreta.
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Il Procuratore ha quindi fatto ricorso in Cassazione, denunciando violazioni di legge (art. 321 e art. 125 c.p.p.).
Decisione della Cassazione:
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Il ricorso è stato dichiarato inammissibile.
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La Corte ha rilevato che le doglianze riguardavano valutazioni di merito e non violazioni di legge, come richiesto per l’ammissibilità di un ricorso in materia di sequestro preventivo.
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Il Tribunale aveva comunque motivato in modo sufficiente e coerente, secondo i parametri di legittimità fissati dalla giurisprudenza.
Conclusione: La Cassazione ha confermato l’ordinanza del Tribunale, ritenendo il ricorso del Procuratore privo dei requisiti legali per essere accolto.
La Procura della Repubblica è andata oltre disponendo il sequestro che, tuttavia, non è stata convalidato dal gip e dal tribunale del riesame. «Scarsa educazione civica e inesistente rispetto per l’ambiente dell’indagata», ha sottolineato il giudice bocciando tuttavia la tesi secondo cui la disponibilità dell’auto potesse aggravare il rischio di reiterazione del reato. La questione, infine, è approdata davanti alla suprema corte che, di recente, ha pubblicato le motivazioni con cui è stato dichiarato inammissibile il ricorso della Procura di Agrigento sancendo, così, un precedente giurisprudenziale.
di Redazione Giornale di Sicilia 16 Giugno 2025