Targhe straniere e multe, una sentenza potrebbe cambiare tutto. Ecco perché.
Cosa ha stabilito il tribunale di Latina. Il legale dell'automobilista: "Un precedente"
Roma, 27 maggio 2022 - Targhe straniere in Italia, nuove regole e multe dopo la modifica del codice della strada: ma una sentenza potrebbe cambiare tutto.
Il 12 maggio il tribunale di Latina ha infatti accolto il ricorso di un automobilista che era stato multato nel 2019. Ecco perché.
La multa e il sequestro del veicolo
All'automobilista era stata contestata la violazione dell’articolo 93 del codice della strada, poi modificato nel 2021 con il 93 bis per rispondere a quel che ci ha chiesto l'Europa (legge 238 del 23 dicembre 2021, pubblicata il 17 gennaio nella Gazzetta Ufficiale, “disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea, Legge europea 2019-2020”).
In poche parole: c'è un tempo limitato - oggi tre mesi - per reimmatriolare i veicoli nel nostro Paese. Spiega l'avvocato Roberto Iacovacci: "Il mio cliente, italiano, aveva avuto un verbale da seicento euro e il sequestro del veicolo. L'auto era intestata a una ditta con sede in Bulgaria. Lui però viaggiava con una scrittura privata, autenticata da un notaio bulgaro e con data certa, e questo quando ancora la cosa non era obbligatoria. Ma agli agenti questo non era bastato".
Furbetti e diritti
Insomma l'automobilista non ci sta a passare per furbetto delle targhe estere, uno dei tanti che per pagare tasse molto più basse e magari risultare irraggiungibile dalle contravvenzioni sceglie la strada dell'immatricolazione in un paese straniero. Così, quando il giudice di pace rigetta il ricorso, fa appello. E ottiene ragione: multa cancellata. Spiega il legale: "Avevo sollevato la questione di legittimità costituzionale prima ancora che si pronunciasse la Corte europea che poi ha riconosciuto questo principio. Non dev'esserci mai limitazione alla libera circolazione di persone, cose e beni".
Il punto chiave della sentenza
Eppure con l'articolo 93 bis, introdotto nel 2021, l'Italia aveva pensato di essersi messa in regola con i principi europei. Ma il tribunale di Latina non la pensa così. Scrive infatti il giudice: "Quantomeno alcune di dette norme tuttavia - secondo la Corte di Giustizia Europea l’obbligo di reimmatricolazione in Italia sarebbe come una tassa sul comodato d’uso transfrontaliero che favorisce quello nazionale - si pongono, come le precedenti, in contrasto con il Trattato dell’Unione ed in particolare con l’articolo 63 paragrafo 1 che recita: "Nell’ambito delle disposizioni previste dal presente capo sono vietate tutte le restrizioni ai movimenti di capitali tra stati membri nonché tra Stati membri e paesi terzi".
Sentenza pilota?
Ma ora questa sentenza resterà un caso isolato o potrà diventare un precedente? Il perito Giorgio Marcon non ha dubbi: "Il tribunale di Latina farà scuola".
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