Verande e balconi, stop sanatorie Il "pasticcio" della legge regionale
PALERMO - Verande e balconi? A Palermo, e a dir la verità in tutta la Sicilia, non sono più sanabili, con buona pace
di chi magari vuol vendere o acquistare casa e adesso si ritrova, di
punto in bianco, con un enorme problema. Gli uffici tecnici del comune
di Palermo hanno infatti diramato una circolare per spiegare quali
saranno le conseguenze, positive ma soprattutto negative, della legge 16
sull’edilizia, approvata dall’Assemblea regionale siciliana lo scorso
agosto. Una norma che non si limita a recepire quella nazionale ma che,
abrogando articoli regionali e in assenza di una fase transitoria, ha
gettato nello scompiglio i comuni di tutta l’Isola.
Una situazione talmente intricata che il Polo Tecnico di via Ausonia si è dovuto rivolgere all’Avvocatura comunale, emanando lo scorso 21 ottobre una circolare ad hoc inviata anche alla Regione, alla Sovrintendenza, ad architetti, ingegneri e geometri, all’Ance e a Confartigianato. La mancanza di norme transitorie, tanto per fare un esempio, farà sì che per le istanze di concessione edilizia presentate prima del 21 giugno scatti il silenzio-assenso che consente, entro un anno, l’avvio dei lavori, pena la decadenza della concessione. Chi ha presentato istanza di autorizzazione edilizia dopo il 6 luglio, se la vedrà automaticamente rigettare e dovrà ricorrere a Cil, Cila o Scia; per quelle antecedenti al 6 luglio, via libera ai lavori entro un anno, pena la decadenza.
Per le istanze di abitalità-agibilità posteriori al 6 luglio, servirà la dichiarazione relativa alla conformità delle opere al progetto; per quelle antecedenti, scatta il silenzio assenso. Vengono abrogati i commi 3 e 4 (secondo periodo) dell’articolo 20 della legge 4 del 2003, in pratica quelli che consentivano di sanare verande e balconi; sono ancora sanabili le terrazze di collegamento o copertura con strutture precarie. Una previsione, questa, che bloccherà di fatto le compravendite di case con verande e balconi chiusi abusivamente, cosa che a Palermo non è certo un caso isolato.
Una legge, quella sull’edilizia, che è addirittura stata impugnata (per tre articoli) dal governo nazionale. “La circolare è chiara – dice il vicesindaco di Palermo Emilio Arcuri - noi siamo stati tempestivi, e non poteva essere diversamente essendo il capoluogo, nell’applicare la legge e porci una serie di problemi legati alla difficile applicazione in Sicilia. Nel giro di pochi giorni abbiamo messo a disposizione anche la modulistica aggiornata, ma sono evidenti le difficoltà a cui vanno incontro tutti i comuni”.
“In sede di bilancio rimedieremo a molte incongruità normative – dice il deputato regionale Giuseppe Milazzo di Forza Italia - dando per esempio la possibilità di regolarizzare le verande a chi può dimostrare di averle da tanti anni”. Di diverso avviso il deputato regionale Udc Totò Lentini: “Il governo nazionale ha impugnato tre articoli, che quindi dovranno tornare in commissione. Sarà in quella sede che interverremo ridiscutendo del problema verande”.
“L’ipotesi potrebbe essere quella di una norma transitoria – dice Giulio Tantillo, capogruppo azzurro a Sala delle Lapidi – la sua mancanza crea dei problemi. Le verande possono essere autorizzate ma non devono dare su una pubblica via, come prevede il regolamento. Diamo un tempo per poter autorizzare le verande già fatte, nel rispetto del regolamento comunale”.
Una situazione talmente intricata che il Polo Tecnico di via Ausonia si è dovuto rivolgere all’Avvocatura comunale, emanando lo scorso 21 ottobre una circolare ad hoc inviata anche alla Regione, alla Sovrintendenza, ad architetti, ingegneri e geometri, all’Ance e a Confartigianato. La mancanza di norme transitorie, tanto per fare un esempio, farà sì che per le istanze di concessione edilizia presentate prima del 21 giugno scatti il silenzio-assenso che consente, entro un anno, l’avvio dei lavori, pena la decadenza della concessione. Chi ha presentato istanza di autorizzazione edilizia dopo il 6 luglio, se la vedrà automaticamente rigettare e dovrà ricorrere a Cil, Cila o Scia; per quelle antecedenti al 6 luglio, via libera ai lavori entro un anno, pena la decadenza.
Per le istanze di abitalità-agibilità posteriori al 6 luglio, servirà la dichiarazione relativa alla conformità delle opere al progetto; per quelle antecedenti, scatta il silenzio assenso. Vengono abrogati i commi 3 e 4 (secondo periodo) dell’articolo 20 della legge 4 del 2003, in pratica quelli che consentivano di sanare verande e balconi; sono ancora sanabili le terrazze di collegamento o copertura con strutture precarie. Una previsione, questa, che bloccherà di fatto le compravendite di case con verande e balconi chiusi abusivamente, cosa che a Palermo non è certo un caso isolato.
Una legge, quella sull’edilizia, che è addirittura stata impugnata (per tre articoli) dal governo nazionale. “La circolare è chiara – dice il vicesindaco di Palermo Emilio Arcuri - noi siamo stati tempestivi, e non poteva essere diversamente essendo il capoluogo, nell’applicare la legge e porci una serie di problemi legati alla difficile applicazione in Sicilia. Nel giro di pochi giorni abbiamo messo a disposizione anche la modulistica aggiornata, ma sono evidenti le difficoltà a cui vanno incontro tutti i comuni”.
“In sede di bilancio rimedieremo a molte incongruità normative – dice il deputato regionale Giuseppe Milazzo di Forza Italia - dando per esempio la possibilità di regolarizzare le verande a chi può dimostrare di averle da tanti anni”. Di diverso avviso il deputato regionale Udc Totò Lentini: “Il governo nazionale ha impugnato tre articoli, che quindi dovranno tornare in commissione. Sarà in quella sede che interverremo ridiscutendo del problema verande”.
“L’ipotesi potrebbe essere quella di una norma transitoria – dice Giulio Tantillo, capogruppo azzurro a Sala delle Lapidi – la sua mancanza crea dei problemi. Le verande possono essere autorizzate ma non devono dare su una pubblica via, come prevede il regolamento. Diamo un tempo per poter autorizzare le verande già fatte, nel rispetto del regolamento comunale”.
LIVESICILIA 29 ottobre 2016
di Roberto Immesi
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