Una rivoluzione è in arrivo, un'altra invece è rinviata a tempi migliori. Nonostante nella bozza della vigilia fosse previsto un riordino delle forze di polizia e l'accorpamento di Forestale e Penitenziaria con altri corpi, nulla di tutto ciò ha superato il vaglio del consiglio dei ministri.
"Accorpamento? No", ha detto Matteo Renzi in conferenza stampa, visibilmente corrucciato. Nel corso delle ore, in effetti, si erano moltiplicati i rumors.
Un provvedimento così tranciante, messo a punto dalla Funzione pubblica, sia pure nel solco delle proposte avanzate a suo tempo dal commissario alla spending review Carlo Cottarelli, avrebbe incontrato le perplessità, per usare un eufemismo, degli altri ministri interessati. Da Alfano, Orlando e Martina insomma non è arrivato il via libera. E così la parte relativa alle polizie è stata stralciata dal decreto.
"Comunque dovranno accorpare molte procedure per semplificare l'organizzazione e ridurre i costi", annuncia il ministro Marianna Madia. Migliore fortuna, invece, ha avuto l'ipotesi di ridisegnare le prefetture. Cambieranno di nome. Diventeranno Uffici regionali di governo.
E già in questa definizione c'è la nuova configurazione e la nuova mission: ce ne sarà una per capoluogo di regione, non più per capoluogo di provincia. Con il che si passerebbe da 103 a 20 sedi. Sono però previste deroghe per le zone ad alta densità criminale. "Ci rendiamo conto che in alcune aree del Paese occorre essere più presenti", spiega il premier in conferenza stampa. E quindi ecco arrivare al tetto di circa 40 nuove prefetture di cui Renzi ha parlato spesso. Questo è l'obiettivo del governo. Ci si arriverà con una legge delega che dovrà passare per il Parlamento.
Attenzione, però, alla portata del provvedimento. Con l'istituzione degli Uffici regionali di governo non sarebbero tanto 60 o 70 sedi di prefettura a scomparire, ma una miriade di uffici periferici dello Stato. "Deve essere chiaro che tutta l'articolazione periferica dello Stato seguirà la nuova geografia", ha scandito Renzi.
Significa che dalle città "declassate" scomparirebbero questure, comandi dei vigili del fuoco, dei Carabinieri, della Finanza, le direzioni provinciali della amministrazione finanziaria dello Stato, provveditorati agli studi, provveditorati alle opere pubbliche, e così via. Un immenso scrollone all'impalcatura dello Stato come la conosciamo dal 1870 a oggi. Nel mondo della sicurezza sono già atterriti dallo tsunami in arrivo. "Il governo - scrivono con nota congiunta i sindacati di polizia Siulp, Siap-Anfp, Silp-Cgil, Consap e Uil-polizia - sta per annientare ogni possibilità di difendere i cittadini e le Istituzioni dall'aggressione criminale".
I sindacati annunciano battaglia e cominciano ritirando la firma dagli accordi sindacali che permettevano i doppi turni di servizio, "a cominciare dalle tutele ai politici". Deluso anche Gianni Tonelli, del Sap, che sperava almeno nell'accorpamento di Forestale e Penitenziaria: "I cittadini non possono più sopportare il carrozzone di sette forze di polizia".
"Accorpamento? No", ha detto Matteo Renzi in conferenza stampa, visibilmente corrucciato. Nel corso delle ore, in effetti, si erano moltiplicati i rumors.
Un provvedimento così tranciante, messo a punto dalla Funzione pubblica, sia pure nel solco delle proposte avanzate a suo tempo dal commissario alla spending review Carlo Cottarelli, avrebbe incontrato le perplessità, per usare un eufemismo, degli altri ministri interessati. Da Alfano, Orlando e Martina insomma non è arrivato il via libera. E così la parte relativa alle polizie è stata stralciata dal decreto.
"Comunque dovranno accorpare molte procedure per semplificare l'organizzazione e ridurre i costi", annuncia il ministro Marianna Madia. Migliore fortuna, invece, ha avuto l'ipotesi di ridisegnare le prefetture. Cambieranno di nome. Diventeranno Uffici regionali di governo.
E già in questa definizione c'è la nuova configurazione e la nuova mission: ce ne sarà una per capoluogo di regione, non più per capoluogo di provincia. Con il che si passerebbe da 103 a 20 sedi. Sono però previste deroghe per le zone ad alta densità criminale. "Ci rendiamo conto che in alcune aree del Paese occorre essere più presenti", spiega il premier in conferenza stampa. E quindi ecco arrivare al tetto di circa 40 nuove prefetture di cui Renzi ha parlato spesso. Questo è l'obiettivo del governo. Ci si arriverà con una legge delega che dovrà passare per il Parlamento.
Attenzione, però, alla portata del provvedimento. Con l'istituzione degli Uffici regionali di governo non sarebbero tanto 60 o 70 sedi di prefettura a scomparire, ma una miriade di uffici periferici dello Stato. "Deve essere chiaro che tutta l'articolazione periferica dello Stato seguirà la nuova geografia", ha scandito Renzi.
Significa che dalle città "declassate" scomparirebbero questure, comandi dei vigili del fuoco, dei Carabinieri, della Finanza, le direzioni provinciali della amministrazione finanziaria dello Stato, provveditorati agli studi, provveditorati alle opere pubbliche, e così via. Un immenso scrollone all'impalcatura dello Stato come la conosciamo dal 1870 a oggi. Nel mondo della sicurezza sono già atterriti dallo tsunami in arrivo. "Il governo - scrivono con nota congiunta i sindacati di polizia Siulp, Siap-Anfp, Silp-Cgil, Consap e Uil-polizia - sta per annientare ogni possibilità di difendere i cittadini e le Istituzioni dall'aggressione criminale".
I sindacati annunciano battaglia e cominciano ritirando la firma dagli accordi sindacali che permettevano i doppi turni di servizio, "a cominciare dalle tutele ai politici". Deluso anche Gianni Tonelli, del Sap, che sperava almeno nell'accorpamento di Forestale e Penitenziaria: "I cittadini non possono più sopportare il carrozzone di sette forze di polizia".
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