martedì 9 luglio 2013

Auronzo di Cadore e l'ANARCHIA

Da:ANCC Ciolli   (pierluigiciolli@coordinamentocamperisti.it)  


L’Associazione chiede il rispetto della legge dello Stato
e il vice Sindaco di Auronzo di Cadore la scambia per ANARCHIA.

Nonostante la diffida del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti risalente al 2010, il Comune di Auronzo di Cadore ha mantenuto i segnali di divieto di sosta alle autocaravan nei pressi del Lago di Misurina istituiti con ordinanze n. 45/1996 e n. 48/1996.
Il Ministero ha ritenuto entrambi i provvedimenti contrari al Codice della Strada e al Regolamento di esecuzione e di attuazione.
In violazione dell’art. 45, comma 2 del codice della strada, il Comune non ha modificato i provvedimenti né ha rimosso la segnaletica.
Non solo. In risposta all’ennesima richiesta dell’Associazione di conformarsi alla Legge dello Stato, il vice Sindaco di Auronzo di Cadore Anna Vecellio Del Monego ha scritto: Non è che le Vostre azioni, che dichiarate siano finalizzate a combattere presunti “comportamenti discriminatori” nei confronti dei camperisti, siano invece preconcetti di qualcuno che mal sopporta l’ordine, scambiando il significato di libertà con quello di anarchia.

Tale atteggiamento dimostra l’urgenza di una norma che consenta di sanzionare sul piano economico e disciplinare gli 8.092 sindaci italiani che operano in violazione di legge, così com’è sanzionabile il cittadino.
Il Comune di Auronzo di Cadore ha disatteso la diffida del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in violazione dell’art. 45, comma 2 del codice della strada: la Polizia municipale deve sanzionare la propria amministrazione come previsto dal codice della strada. Ma questo non avviene e nella realtà il cittadino è suddito e il Sindaco è un Re.
La vicenda di Auronzo di Cadore è costellata di provvedimenti illegittimi: questa è l’Italia che costa e non produce, che crea oneri al cittadino e alla Pubblica Amministrazione.
Alla luce di tali comportamenti, oltretutto non puniti, è imperativo per il Governo e i parlamentari emanare subito una legge che accorpi i comuni sotto i 35.000 abitanti (lasciando, e possibilmente aumentando, gli sportelli multifunzionali per le pratiche dei cittadini). Una simile legge eliminerebbe almeno 7.000 sindaci con relativi consigli comunali: apparati che oggi, violando ripetutamente la legge, creano oneri indebiti ai cittadini, inibiscono lo sviluppo economico del paese. In più, il Paese potrebbe beneficiare di milioni di euro che potrebbero essere destinati alla creazione di nuovi posti di lavoro.
NELL'ALLEGATO IL DOCUMENTO COMPLETO