La Uil
Federazione Poteri Locali di Benevento informa che si è svolto, appena
qualche giorno fa, la riunione del coordinamento nazionale della
polizia locale.
All’ordine del giorno dei lavori sono stati posti temi estremamente rilevanti, quali la situazione di stand-by in cui versa la legge di riforma della polizia locale; la legislazione regionale e le funzioni di polizia tributaria svolte dalla Polizia Locale; il Fondo integrativo pensionistico “Perseo” e le implicazioni legate agli accordi stipulati ai sensi dell’art. 208 del Codice della Strada; un attento esame sullo stato della contrattazione decentrata e in modo particolare degli aspetti legati all’interpretazione di alcuni istituti contrattuali, anche alla luce delle ispezioni e dei controlli, recentemente effettuati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, delle richieste di “avviso a dedurre” da parte di alcune procure della Corte dei Conti e dei provvedimenti consequenziali assunti da alcune amministrazioni.
In merito al primo punto, il Coordinamento, pur consapevole della delicatezza dell’attuale situazione politica e, quindi, della situazione di stallo in cui versano molti dei provvedimenti legislativi intrapresi nella scorsa legislatura, ritiene fondamentale continuare a porre al centro della discussione il tema dell’approvazione della legge di riforma della Polizia Locale.
Nell’evidenziare il ruolo essenziale, svolto dalla UIL FPL per l’inserimento nel testo di Legge unificato, attualmente in Commissione Bilancio del Senato, dell’estensione, anche ai corpi di Polizia Locale, dei benefici di legge derivanti dal riconoscimento della causa di servizio, dell’equo indennizzo e della pensione privilegiata, il Coordinamento ribadisce la necessità di affrontare una volta per tutte i nodi della sicurezza e del territorio, il riconoscimento della professionalità degli operatori della Polizia Locale, le problematiche connesse alle nuove competenze attribuite ai corpi di Polizia Locale, il tema dei modelli organizzativi, anche alla luce del nuovo assetto istituzionale del territorio.
Per fare questo è impensabile continuare a far dormire la riforma di legge nei cassetti dei burocrati o usare la logica delle “scelte non scelte” sulla Polizia Locale da parte di una politica, sempre più lontana dai bisogni e dalle esigenze dei cittadini.
Il varo della legge di riforma della Polizia Locale, migliorata in alcuni aspetti che erano abbastanza lacunosi, rimane uno degli obiettivi fondamentali della Uil Fpl.
Nell’ambito dei lavori, caratterizzati da un’ampia e costruttiva discussione sulle tematiche all’ordine del giorno, si è poi affrontata una questione di assoluta rilevanza, quale il ruolo svolto dagli appartenenti ai corpi di Polizia Locale in materia di accertamenti e compiti di polizia tributaria, con particolare riferimento ai tributi locali.
Con l’avvicinarsi del 30 giugno 2013, data che segnerà l’addio di Equitalia ai comuni, torna d’attualità il tema della riscossione dei tributi che, senza proroghe o interventi normativi, dovrebbe portare circa 6 mila comuni a scegliere nuove strade, bandire le gare per assegnare il servizio di riscossione o riportare lo stesso alla gestione diretta del singolo Comune.
In questo quadro appare, a nostro giudizio, essenziale il ruolo della Polizia Locale in materia di tributi locali, quale organo e strumento di polizia del comune. Del resto, tale attività è svolta da tempo dagli appartenenti ai Corpi, senza le necessarie qualifiche o adeguata valorizzazione professionale, a eccezione di quanto previsto in alcune leggi regionali (vedi quelle di Emilia Romagna, Lazio, Puglia, Umbria, Toscana, Sardegna, Liguria e Friuli Venezia Giulia), che si sono almeno mosse nella direzione di riconoscere tra i compiti e funzioni di Polizia Locale, la Polizia tributaria.
È indubbio che la strada maestra rimane l’approvazione della legge di coordinamento nazionale, che preveda l’attribuzione della qualifica, ma sarebbe importante procedere anche utilizzando lo strumento della legislazione regionale. Del resto la UIL FPL è stata lungimirante nella vertenza sull’utilizzo delle risorse provenienti dall’art. 208 del Codice della Strada, i cosiddetti proventi contravvenzionali derivanti dall’attività sanzionatoria in materia di violazioni al Codice della Strada, ed oggi è possibile utilizzarle, con specifici accordi sindacali, per ricorrere a forme di previdenza e assistenza, progetti di produttività e assunzioni stagionali.
Si può e si deve fare la stessa cosa in materia di tributi locali. In considerazione, infatti, che con la legge n. 248/2005, il decreto legge n. 78/2010 e il decreto legge n. 104/2010 è prevista, a seguito della partecipazione del comune agli accertamenti, una quota che può andare dal 30% al 50% delle somme riscosse a titolo definitivo, ricorrendo a specifici accordi sindacali, diventa strategico perseguire la strada che riconosca la professionalità degli operatori e possa garantire ulteriori risorse per finanziare la contrattazione decentrata.
Il Coordinamento ha poi affrontato il tema della previdenza complementare e quindi del Fondo “Perseo” e delle forme di previdenza complementare, derivanti da specifici accordi ai sensi dell’art. 208 del codice della strada.
In tal senso è fondamentale ribadire che per la UIL FPL, alla luce delle recenti riforme previdenziali, che hanno pesantemente colpito milioni di lavoratori e rimesso in discussione il loro diritto alla pensione, l’adesione al Fondo “Perseo” diventa l’unico reale elemento di garanzia per costruirsi una previdenza complementare degna di tal nome e in grado di dare un valore aggiunto alla pensione ordinaria. Non dimentichiamo che l’assegno previdenziale, con l’attuale sistema, equivarrà al 50%-60% della retribuzione ed è quindi essenziale costruirsi un’adeguata previdenza complementare.
In questo quadro appare, però, non trascurabile anche il capitolo aperto con le forme di previdenza complementare nate in applicazione di quanto previsto dall’art. 208 del Codice della Strada. Grandi città come Milano, Torino e Roma hanno percorso questa strada, riservata agli appartenenti ai corpi di Polizia Locale. In tali casi le quote versate dall’ente derivano direttamente dall’attività sanzionatoria, svolta in violazione del Codice della Strada. Risorse che entrano nel bilancio dell’Ente e che possono essere utilizzate per costruire forme di previdenza complementare (Fondi Aperti) o assistenziali.
Il Coordinamento ritiene che è necessario salvaguardare gli accordi decentrati fatti in tal senso, prevedendo la possibilità, per chi intende aderire al Fondo “Perseo” di versare in aggiunta alla contribuzione a carico del lavoratore, la quota pro-capite delle risorse di cui all’art. 208 del codice della strada di sua spettanza. In tale quadro i contributi derivanti dal 208 del codice della strada si configurano come contributi aggiuntivi del lavoratore nell’ambito dell’adesione al Fondo “Perseo”.
Una strada, questa condivisa anche dagli organi del medesimo Fondo, che hanno già provveduto ad informare le amministrazioni interessate della possibilità di conferire volontariamente le predette quote.
Quindi, in sostanza, priorità assoluta alle adesioni al Fondo “Perseo”, salvaguardando le posizioni maturate nell’ambito delle forme previdenziali scaturite da accordi decentrati, che utilizzano i fondi di cui all’art. 208 del codice della strada.
Infine, il Coordinamento è entrato nel merito delle problematiche legate all’andamento della contrattazione integrativa e al tema dell’adeguamento dei contratti collettivi decentrati integrativi, concordando sulla necessità di svolgere un’opera di monitoraggio sull’andamento della contrattazione su tutto il territorio nazionale, in particolare su alcuni istituti quali turnazione, festivi infrasettimanali, indennità di disagio.
Va infatti precisato che una delle questioni che è indispensabile sottolineare, peraltro condivisa anche dall’Aran e dall’Anci, è che il potere unilaterale delle amministrazioni può essere esercitato solo sulle materie oggetto di mancato accordo e alla condizione che la mancata stipula dell’accordo determini un grave pregiudizio alla continuità e all’esercizio della funzione pubblica e dei servizi erogati all’utenza. Quindi non un percorso cui accedere semplicemente in caso di mancato accordo, ma una soluzione estrema cui ricorrere per evitare il crash istituzionale, fermo restando l’obbligo del datore di lavoro di riconvocare le parti al tavolo per trovare una posizione condivisa. In sostanza, il moltiplicarsi di ispezioni e controlli da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze e le prese di posizione da parte delle amministrazioni appaiono del tutto gratuite e illegittime.
Pertanto, si impone una vigilanza attenta da parte delle Organizzazioni sindacali, con l’assunzione di adeguate iniziative, anche di carattere legale, in caso di interpretazioni difformi rispetto al dettato normativo.
Il Coordinamento ritiene, infine, indispensabile continuare nell’attivazione di percorsi vertenziali per tenere alto il livello di partecipazione e mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori e arrivare allo sblocco della contrattazione nazionale. In tal senso esprime apprezzamento per le innumerevoli iniziative poste in essere dalla Segreteria Nazionale.
Antonio Pagliuca, segretario responsabile della Uil Fpl di Benevento, tiene ad aggiungere: “Come si potrà vedere non siamo dinanzi a una fiammata di protesta che si brucia in un giorno, ma vogliamo esprimere un richiamo costante e responsabile ai governi centrali e locali a confrontarsi sulle nostre proposte per un’amministrazione pubblica forte, che sia garante dei diritti di cittadinanza e della partecipazione dei lavoratori pubblici, ai quali deve essere riconosciuto il valore del proprio lavoro”.
All’ordine del giorno dei lavori sono stati posti temi estremamente rilevanti, quali la situazione di stand-by in cui versa la legge di riforma della polizia locale; la legislazione regionale e le funzioni di polizia tributaria svolte dalla Polizia Locale; il Fondo integrativo pensionistico “Perseo” e le implicazioni legate agli accordi stipulati ai sensi dell’art. 208 del Codice della Strada; un attento esame sullo stato della contrattazione decentrata e in modo particolare degli aspetti legati all’interpretazione di alcuni istituti contrattuali, anche alla luce delle ispezioni e dei controlli, recentemente effettuati dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, delle richieste di “avviso a dedurre” da parte di alcune procure della Corte dei Conti e dei provvedimenti consequenziali assunti da alcune amministrazioni.
In merito al primo punto, il Coordinamento, pur consapevole della delicatezza dell’attuale situazione politica e, quindi, della situazione di stallo in cui versano molti dei provvedimenti legislativi intrapresi nella scorsa legislatura, ritiene fondamentale continuare a porre al centro della discussione il tema dell’approvazione della legge di riforma della Polizia Locale.
Nell’evidenziare il ruolo essenziale, svolto dalla UIL FPL per l’inserimento nel testo di Legge unificato, attualmente in Commissione Bilancio del Senato, dell’estensione, anche ai corpi di Polizia Locale, dei benefici di legge derivanti dal riconoscimento della causa di servizio, dell’equo indennizzo e della pensione privilegiata, il Coordinamento ribadisce la necessità di affrontare una volta per tutte i nodi della sicurezza e del territorio, il riconoscimento della professionalità degli operatori della Polizia Locale, le problematiche connesse alle nuove competenze attribuite ai corpi di Polizia Locale, il tema dei modelli organizzativi, anche alla luce del nuovo assetto istituzionale del territorio.
Per fare questo è impensabile continuare a far dormire la riforma di legge nei cassetti dei burocrati o usare la logica delle “scelte non scelte” sulla Polizia Locale da parte di una politica, sempre più lontana dai bisogni e dalle esigenze dei cittadini.
Il varo della legge di riforma della Polizia Locale, migliorata in alcuni aspetti che erano abbastanza lacunosi, rimane uno degli obiettivi fondamentali della Uil Fpl.
Nell’ambito dei lavori, caratterizzati da un’ampia e costruttiva discussione sulle tematiche all’ordine del giorno, si è poi affrontata una questione di assoluta rilevanza, quale il ruolo svolto dagli appartenenti ai corpi di Polizia Locale in materia di accertamenti e compiti di polizia tributaria, con particolare riferimento ai tributi locali.
Con l’avvicinarsi del 30 giugno 2013, data che segnerà l’addio di Equitalia ai comuni, torna d’attualità il tema della riscossione dei tributi che, senza proroghe o interventi normativi, dovrebbe portare circa 6 mila comuni a scegliere nuove strade, bandire le gare per assegnare il servizio di riscossione o riportare lo stesso alla gestione diretta del singolo Comune.
In questo quadro appare, a nostro giudizio, essenziale il ruolo della Polizia Locale in materia di tributi locali, quale organo e strumento di polizia del comune. Del resto, tale attività è svolta da tempo dagli appartenenti ai Corpi, senza le necessarie qualifiche o adeguata valorizzazione professionale, a eccezione di quanto previsto in alcune leggi regionali (vedi quelle di Emilia Romagna, Lazio, Puglia, Umbria, Toscana, Sardegna, Liguria e Friuli Venezia Giulia), che si sono almeno mosse nella direzione di riconoscere tra i compiti e funzioni di Polizia Locale, la Polizia tributaria.
È indubbio che la strada maestra rimane l’approvazione della legge di coordinamento nazionale, che preveda l’attribuzione della qualifica, ma sarebbe importante procedere anche utilizzando lo strumento della legislazione regionale. Del resto la UIL FPL è stata lungimirante nella vertenza sull’utilizzo delle risorse provenienti dall’art. 208 del Codice della Strada, i cosiddetti proventi contravvenzionali derivanti dall’attività sanzionatoria in materia di violazioni al Codice della Strada, ed oggi è possibile utilizzarle, con specifici accordi sindacali, per ricorrere a forme di previdenza e assistenza, progetti di produttività e assunzioni stagionali.
Si può e si deve fare la stessa cosa in materia di tributi locali. In considerazione, infatti, che con la legge n. 248/2005, il decreto legge n. 78/2010 e il decreto legge n. 104/2010 è prevista, a seguito della partecipazione del comune agli accertamenti, una quota che può andare dal 30% al 50% delle somme riscosse a titolo definitivo, ricorrendo a specifici accordi sindacali, diventa strategico perseguire la strada che riconosca la professionalità degli operatori e possa garantire ulteriori risorse per finanziare la contrattazione decentrata.
Il Coordinamento ha poi affrontato il tema della previdenza complementare e quindi del Fondo “Perseo” e delle forme di previdenza complementare, derivanti da specifici accordi ai sensi dell’art. 208 del codice della strada.
In tal senso è fondamentale ribadire che per la UIL FPL, alla luce delle recenti riforme previdenziali, che hanno pesantemente colpito milioni di lavoratori e rimesso in discussione il loro diritto alla pensione, l’adesione al Fondo “Perseo” diventa l’unico reale elemento di garanzia per costruirsi una previdenza complementare degna di tal nome e in grado di dare un valore aggiunto alla pensione ordinaria. Non dimentichiamo che l’assegno previdenziale, con l’attuale sistema, equivarrà al 50%-60% della retribuzione ed è quindi essenziale costruirsi un’adeguata previdenza complementare.
In questo quadro appare, però, non trascurabile anche il capitolo aperto con le forme di previdenza complementare nate in applicazione di quanto previsto dall’art. 208 del Codice della Strada. Grandi città come Milano, Torino e Roma hanno percorso questa strada, riservata agli appartenenti ai corpi di Polizia Locale. In tali casi le quote versate dall’ente derivano direttamente dall’attività sanzionatoria, svolta in violazione del Codice della Strada. Risorse che entrano nel bilancio dell’Ente e che possono essere utilizzate per costruire forme di previdenza complementare (Fondi Aperti) o assistenziali.
Il Coordinamento ritiene che è necessario salvaguardare gli accordi decentrati fatti in tal senso, prevedendo la possibilità, per chi intende aderire al Fondo “Perseo” di versare in aggiunta alla contribuzione a carico del lavoratore, la quota pro-capite delle risorse di cui all’art. 208 del codice della strada di sua spettanza. In tale quadro i contributi derivanti dal 208 del codice della strada si configurano come contributi aggiuntivi del lavoratore nell’ambito dell’adesione al Fondo “Perseo”.
Una strada, questa condivisa anche dagli organi del medesimo Fondo, che hanno già provveduto ad informare le amministrazioni interessate della possibilità di conferire volontariamente le predette quote.
Quindi, in sostanza, priorità assoluta alle adesioni al Fondo “Perseo”, salvaguardando le posizioni maturate nell’ambito delle forme previdenziali scaturite da accordi decentrati, che utilizzano i fondi di cui all’art. 208 del codice della strada.
Infine, il Coordinamento è entrato nel merito delle problematiche legate all’andamento della contrattazione integrativa e al tema dell’adeguamento dei contratti collettivi decentrati integrativi, concordando sulla necessità di svolgere un’opera di monitoraggio sull’andamento della contrattazione su tutto il territorio nazionale, in particolare su alcuni istituti quali turnazione, festivi infrasettimanali, indennità di disagio.
Va infatti precisato che una delle questioni che è indispensabile sottolineare, peraltro condivisa anche dall’Aran e dall’Anci, è che il potere unilaterale delle amministrazioni può essere esercitato solo sulle materie oggetto di mancato accordo e alla condizione che la mancata stipula dell’accordo determini un grave pregiudizio alla continuità e all’esercizio della funzione pubblica e dei servizi erogati all’utenza. Quindi non un percorso cui accedere semplicemente in caso di mancato accordo, ma una soluzione estrema cui ricorrere per evitare il crash istituzionale, fermo restando l’obbligo del datore di lavoro di riconvocare le parti al tavolo per trovare una posizione condivisa. In sostanza, il moltiplicarsi di ispezioni e controlli da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze e le prese di posizione da parte delle amministrazioni appaiono del tutto gratuite e illegittime.
Pertanto, si impone una vigilanza attenta da parte delle Organizzazioni sindacali, con l’assunzione di adeguate iniziative, anche di carattere legale, in caso di interpretazioni difformi rispetto al dettato normativo.
Il Coordinamento ritiene, infine, indispensabile continuare nell’attivazione di percorsi vertenziali per tenere alto il livello di partecipazione e mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori e arrivare allo sblocco della contrattazione nazionale. In tal senso esprime apprezzamento per le innumerevoli iniziative poste in essere dalla Segreteria Nazionale.
Antonio Pagliuca, segretario responsabile della Uil Fpl di Benevento, tiene ad aggiungere: “Come si potrà vedere non siamo dinanzi a una fiammata di protesta che si brucia in un giorno, ma vogliamo esprimere un richiamo costante e responsabile ai governi centrali e locali a confrontarsi sulle nostre proposte per un’amministrazione pubblica forte, che sia garante dei diritti di cittadinanza e della partecipazione dei lavoratori pubblici, ai quali deve essere riconosciuto il valore del proprio lavoro”.
Fonte:http://www.ntr24.tv/it