Monza, 26 aprile 2012 - «IL GIORNO tale il suo veicolo era in divieto di sosta nello spazio riservato ai disabili... totale 91 euro». Questa la multa ricevuta da Elisa Vivarelli, monzese, dal Comune di Rozzano. «Io non sono andata a Rozzano il6 febbraio, né mai - commenta la signora - lavoro a Cavenago e ho le figlie nelle scuole di Monza. Quella mattina ero in ufficio. Il satellitare installato sulla mia auto potrà confermare con il tracciato i miei spostamenti di quel giorno. È chiaro che si tratta o di un errore o di una truffa, 90 euro non li pago».
LA SIGNORA ha chiesto spiegazioni alla Polizia locale del Comune di Rozzano e una prima volta è stata consigliata di fare ricorso al Prefetto o al Giudice di pace. Un secondo funzionario ha invece proposto di presentare direttamente la documentazione che testimonia la sua estraneità alla violazione, per farsi annullare la contravvenzione.
«Leggete bene il testo dell’accertamento - consiglia l’avvocato Mattia Cappello, presidente del Movimento per la difesa del cittadino di Monza - perché errori grammaticali o incongruenze possono rivelare la truffa». In effetti leggendo il testo diversi aspetti non tornano.
«Anzitutto - dice la signora - è stata riportata la casa produttrice dell’auto (Mitsubishi), ma non il modello. Poi non è comparsa immediatamente la multa sul cruscotto, perché effettivamente l’auto non era a Rozzano, dove io non sono andata». Sull’accertamento si legge: «La violazione non è stata immediatamente contestata causa assenza del trasgressore o del proprietario».
Non mancano gli errori grammaticali: «Qualora il proprietario del veicolo fornisce i dati in modo incompleto o non li fornisce del tutto... gli sarà applicata una sanzione di 269 euro...». Vogliamo sperare che l’istituzione pubblica che ci sanziona conosca almeno il congiuntivo, diversamente ogni dubbio è lecito.
«Anche in buona fede - commenta Cappello - può darsi che l’auto parcheggiata avesse una targa quasi uguale a quella della signora e il vigile nel prendere nota abbia sbagliato». Abbiamo telefonato alla Polizia urbana di Rozzano e un funzionario ha ammesso che a volte capitano errori.Intanto la signora ha chiesto alla società che le ha installato il satellitare di inviarle il tracciato di quel giorno: «Quando sbaglio pago - dice - ma questa volta non è errore mio».
L’AVVOCATO racconta che le frodi sono all’ordine del giorno. Numerosi cittadini nei giorni scorsi hanno ricevuto una lettera da parte di Italia Programmi.net che offriva sofware gratuiti in cambio dei propri dati anagrafici e poi invece richiedeva il pagamento di un abbonamento, pena multe salate.
«Si tratta di una truffa per spaventare gli ignari cittadini, minacciando azioni legali. Anche in quel caso gli errori grammaticali del testo rendono poco credibile l’ingiunzione - dice -. Non bisogna rispondere, né tanto meno pagare. Ma è meglio non tenere la lettera perché in un’eventuale azione penale, MDC si costituirebbe parte civile assieme a tutti gli associati».
di Cristina Bertolini