Genova - La Filcams Cgil di Genova ha dichiarato lo sciopero dei lavoratori del commercio per l’intera giornata del 1 maggio prossimo.
"Una decisione senza precedenti, assunta durante l’attivo delle delegate e dei delegati del settore, riunitosi stamane presso la Camera del Lavoro genovese. L’iniziativa nasce dalla decisione, assunta da parte delle aziende aderenti a Federdistribuzione, di procedere all’apertura in una giornata di grande valore storico, umano e culturale quale la festa del lavoro.
A seguito del decreto “salva Italia” e delle liberalizzazioni da esso introdotte, non è più possibile addivenire ad accordi tra le parti tesi all’individuazione di festività in cui salvaguardare, attraverso la chiusura dei negozi, il diritto sacrosanto degli operatori del settore di celebrare festività importanti, sia di impronta laica che religiosa. Esempio eccellente ne era stato l’accordo raggiunto lo scorso anno, proprio sul territorio genovese, che stabiliva la chiusura in alcune festività individuate nel corso dell’anno e che, attraverso delibera comunale, aveva assunto carattere di disposizione. Pur nella consapevolezza di non poter ripetere lo stesso risultato a causa del mutamento del quadro normativo, anche l’anno in corso ha visto l’impegno da parte delle Organizzazioni Sindacali nella ricerca di un accordo tra le parti che segnasse, attraverso la via negoziale, un risultato politico importante, nel sancire l’impegno di tutti al rispetto di preservare il valore storico e sociale di festività nazionali così importanti. Purtroppo, se da parte di Confesercenti, Confcommercio e Lega delle Cooperative si è manifestata da subito la volontà di partecipare a quella discussione, così non è stato per Federdistribuzione, associazione datoriale che raggruppa parte notevole delle aziende della grande distribuzione. Nonostante i numerosi inviti ad un tavolo che, nei primi passaggi, ha visto anche la partecipazione dell’assessore al Comune Gianni Vassallo, da Federdistribuzione non sono arrivate né risposte, né motivazioni dell’assenza alla discussione.
L’impegno profuso dai presenti ha comunque prodotto un accordo tra le parti sociali siglato nei giorni scorsi, che prevede la chiusura nella giornata del 1 maggio. Come Filcams CGIL abbiamo immediatamente espresso grande soddisfazione per un accordo di grande valenza politica, sia per l’importanza delle relazioni tra le parti che tende a valorizzare, sia per il risultato che determina, liberando dal lavoro, proprio nel giorno della festa del lavoro, le tante persone che rappresentiamo.
La totale indifferenza di Federdistribuzione, sia nei confronti delle relazioni, ma ancor più riguardo ai valori del 1 maggio e dei tempi di conciliazione dei propri dipendenti, determinano la nostra dichiarazione di sciopero. Non crediamo, infatti, che ci siano ragioni economiche così forti da permettere di mercificare la festa del lavoro e svuotarla di tutto quel carico di valori che con essa porta. Restando immutato il nostro giudizio sulle liberalizzazioni nel nostro settore e le loro ricadute (assenza di incremento di sviluppo, peggioramento delle condizioni di chi lavora nel settore ed incremento dell’utilizzo di forme di lavoro precario), riteniamo lo sciopero del 1 maggio assolutamente doveroso come atto di vera azione nella tutela dei diritti: liberiamo il lavoro nella festa del lavoro".
"Una decisione senza precedenti, assunta durante l’attivo delle delegate e dei delegati del settore, riunitosi stamane presso la Camera del Lavoro genovese. L’iniziativa nasce dalla decisione, assunta da parte delle aziende aderenti a Federdistribuzione, di procedere all’apertura in una giornata di grande valore storico, umano e culturale quale la festa del lavoro.
A seguito del decreto “salva Italia” e delle liberalizzazioni da esso introdotte, non è più possibile addivenire ad accordi tra le parti tesi all’individuazione di festività in cui salvaguardare, attraverso la chiusura dei negozi, il diritto sacrosanto degli operatori del settore di celebrare festività importanti, sia di impronta laica che religiosa. Esempio eccellente ne era stato l’accordo raggiunto lo scorso anno, proprio sul territorio genovese, che stabiliva la chiusura in alcune festività individuate nel corso dell’anno e che, attraverso delibera comunale, aveva assunto carattere di disposizione. Pur nella consapevolezza di non poter ripetere lo stesso risultato a causa del mutamento del quadro normativo, anche l’anno in corso ha visto l’impegno da parte delle Organizzazioni Sindacali nella ricerca di un accordo tra le parti che segnasse, attraverso la via negoziale, un risultato politico importante, nel sancire l’impegno di tutti al rispetto di preservare il valore storico e sociale di festività nazionali così importanti. Purtroppo, se da parte di Confesercenti, Confcommercio e Lega delle Cooperative si è manifestata da subito la volontà di partecipare a quella discussione, così non è stato per Federdistribuzione, associazione datoriale che raggruppa parte notevole delle aziende della grande distribuzione. Nonostante i numerosi inviti ad un tavolo che, nei primi passaggi, ha visto anche la partecipazione dell’assessore al Comune Gianni Vassallo, da Federdistribuzione non sono arrivate né risposte, né motivazioni dell’assenza alla discussione.
L’impegno profuso dai presenti ha comunque prodotto un accordo tra le parti sociali siglato nei giorni scorsi, che prevede la chiusura nella giornata del 1 maggio. Come Filcams CGIL abbiamo immediatamente espresso grande soddisfazione per un accordo di grande valenza politica, sia per l’importanza delle relazioni tra le parti che tende a valorizzare, sia per il risultato che determina, liberando dal lavoro, proprio nel giorno della festa del lavoro, le tante persone che rappresentiamo.
La totale indifferenza di Federdistribuzione, sia nei confronti delle relazioni, ma ancor più riguardo ai valori del 1 maggio e dei tempi di conciliazione dei propri dipendenti, determinano la nostra dichiarazione di sciopero. Non crediamo, infatti, che ci siano ragioni economiche così forti da permettere di mercificare la festa del lavoro e svuotarla di tutto quel carico di valori che con essa porta. Restando immutato il nostro giudizio sulle liberalizzazioni nel nostro settore e le loro ricadute (assenza di incremento di sviluppo, peggioramento delle condizioni di chi lavora nel settore ed incremento dell’utilizzo di forme di lavoro precario), riteniamo lo sciopero del 1 maggio assolutamente doveroso come atto di vera azione nella tutela dei diritti: liberiamo il lavoro nella festa del lavoro".
Fonte: http://genova.ogginotizie.it