Ecco la circolare "introvabile"(quelli con qualche capello bianco si ricorderanno quanto abbiamo tribolato per averla), del Ministro dell'Interno n. 15900/1/Bis/ 75 del 27 maggio 1980, sull' "uso del gonfalone degli Enti Locali".
Detta Circolare risulta superata dall'art. 4 della Legge n. 22 del 5 febbraio 1998 (sotto-riportata) e dall'art. 12 del D.P.R. 07/04/2000, n. 121 (sotto-riportato).
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Legge n. 22 del 5 febbraio 1998
Disposizioni generali sull'uso della bandiera della Repubblica italiana e di quella dell'Unione europea
(GU 37 del 14 febbraio 1998)
La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;
la seguente legge:
Articolo
1.
1.
La presente legge detta, in attuazione dell'articolo 12 della Costituzione e
in conseguenza dell'appartenenza dell'Italia all'Unione europea,
disposizioni generali in materia di uso ed esposizione della bandiera della
Repubblica italiana e di quella dell'Unione europea, fatte salve le
disposizioni particolari sull'uso delle bandiere militari.
2.
Le regioni possono, limitatamente ai casi di cui alla lettera c) del comma 1
dell'articolo 2, emanare norme per l'attuazione della presente legge, ai
sensi dell'articolo 117, secondo comma, della Costituzione. Le disposizioni
della presente legge costituiscono altresì norme generali regolatrici della
materia, nel rispetto delle quali il Governo, per i casi di cui alle lettere
a), b), d) ed e) del comma 1 e di cui al comma 2 dell'articolo 2, è
autorizzato ad emanare, entro cinque mesi dalla data di entrata in vigore
della presente legge, sentite le competenti Commissioni parlamentari, un
regolamento ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988,
n. 400.
Articolo
2.
1.
La bandiera della Repubblica italiana e quella dell'Unione europea vengono
esposte all'esterno degli edifici ove hanno sede centrale gli organismi di
diritto pubblico di seguito indicati, per il tempo in cui questi esercitano
le rispettive funzioni e attività
a)
gli organi costituzionali e di rilievo costituzionale, e comunque la sede
del Governo allorchè il Consiglio dei ministri è riunito;
b)
i Ministeri;
c)
i consigli regionali, provinciali e comunali, in occasione delle riunioni
degli stessi;
d)
gli uffici giudiziari;
e)
le scuole e le università statali.
2.
La bandiera della Repubblica italiana e quella dell'Unione europea vengono
altresì esposte all'esterno dei seggi elettorali durante le consultazioni e
all'esterno delle sedi delle rappresentanze diplomatiche e consolari
italiane all'estero.
3.
Il regolamento e le norme regionali di cui al comma 2 dell'articolo 1
possono, nei limiti delle rispettive competenze, dettare una disciplina
integrativa in merito alle modalità di uso ed esposizione della bandiera
della Repubblica italiana e di quella dell'Unione europea nonchè di
gonfaloni, stemmi e vessilli, anche con riferimento ad organismi di diritto
pubblico non ricompresi nell'elenco di cui al comma 1 del presente articolo.
Articolo
3.
1.
Le disposizioni della presente legge si applicano alle regioni a statuto
speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano nel rispetto e nei
limiti degli statuti speciali e delle relative norme di attuazione.
Articolo
4.
1.
A decorrere dalla data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma
2 dell'articolo 1 sono abrogati il regio decreto-legge 24 settembre 1923, n.
2072, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 dicembre 1925, n. 2264,
e la legge 24 giugno 1929, n. 1085. A decorrere dalla stessa data cessa
altresì di avere applicazione il decreto del Presidente del Consiglio dei
ministri 3 giugno 1986, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 128 del 5
giugno 1986.
Articolo
5.
1.
All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, pari a lire 200
milioni per l'anno 1998 e a lire 50 milioni a decorrere dall'anno 1999, si
provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai
fini del bilancio triennale 1997-1999, al capitolo 6856 dello stato di
previsione del Ministero del tesoro per l'anno 1997, parzialmente
utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero del tesoro.
2.
Il Ministro del tesoro è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le
occorrenti variazioni di bilancio.
MINISTERO DELL'INTERNO
CIRCOLARE 4 novembre 1998, n. 5/98. Fascia tricolore.
Ai Prefetti della Repubblica e, per conoscenza:
Al presidente della commissione di coordinamento della Valle d'Aosta
Al commissario del Governo per la provincia di Bolzano
Al commissario del Governo per la provincia di Trento
Ai commissari del Governo nelle regioni a statuto ordinario
Al commissario dello Stato per la regione Sicilia
Al rappresentante dello Stato nella regione Sardegna
Al commissario del Governo nella regione Friuli-Venezia Giulia
Al presidente della giunta regionale della Valle d'Aosta
L'uso della fascia tricolore da parte del soggetto che rappresenta la comunità locale si caratterizza per il suo valore altamente simbolico, reso ancor più evidente dalla modifica apportata dall'art. 4 della legge 15 maggio 1997, n. 127 all'art. 36, comma 7, della legge 8 giugno 1990, n. 142 [1]
Il più recente intervento normativo, con il quale è stato espressamente disposto che "distintivo del sindaco è la fascia tricolore con lo stemma della Repubblica e lo stemma del comune", è di carattere sostanziale e significativo, laddove si ponga mente al processo di trasformazione ordinamentale in atto nel nostro Paese e alla particolare valenza nella cura degli interessi pubblici conferita al sindaco con il sistema della investitura diretta.
Viene attribuito ad un elemento simbolico una specifica funzione che è distintiva, siccome finalizzata a rendere palese la differenza tra il sindaco e gli altri titolari di pubbliche cariche e che, nel contempo, sottolinea l'impegno che il sindaco si assume nei confronti dello Stato e della comunità locale.
Non a caso la disposizione segue immediatamente, nel corpo normativo, la nuova procedura del giuramento del sindaco e del presidente della provincia davanti ai rispettivi consigli: le due norme risultano così accomunate sotto il profilo del significato istituzionale.
La disciplina dell'uso della fascia tricolore non è dettata compiutamente dalle norme, ma è rinvenibile in talune disposizioni di legge e di carattere amministrativo via via emanate e riguardanti per lo più aspetti settoriali del problema; ed in realtà, è legata principalmente alla natura delle funzioni sindacali, di capo delI'amministrazione comunale e di ufficiale di governo.
Nell'uso corrente si è affermata la consuetudine che il sindaco indossi la fascia in tutte le occasioni ufficiali, in qualunque veste intervenga. Per il significato del tricolore statuito dall'art. 12 della Carta Costituzionale [2]; ciò richiama tangibilmente nell'immaginario collettivo il principio costituzionale dell'unità ed indivisibilità della Repubblica.
L'alto ruolo istituzionale svolto dal sindaco impone, pertanto, un uso corretto e conveniente della fascia tricolore nell'avvertita consapevolezza della dignità e del decoro della carica, e tale da non scalfire la realtà dello Stato come elemento di unità giuridica, nel cui ambito ogni cittadino è tenuto a partecipare al mantenimento dei valori che lo caratterizzano e lo fondano.
Va tenuto presente, a tal fine, che l'art. 54 della Carta Costituzionale [3], nell'imporre a tutti i cittadini il dovere di fedeltà alla Repubblica, statuisce per gli amministratori l'ulteriore dovere di adempiere con disciplina ed onore le funzioni pubbliche ad essi affidate.
Il sistema delle autonomie, infatti, anche nelle sue più avanzate rappresentazioni e concretizzazioni, ha comunque un limite, connaturato alla stessa essenza dell'autonomia: che è quello di dare luogo ad ordinamenti liberi di autodeterminarsi entro la cornice ben definita di un ordinamento generale che, originario e sovrano, determina i caratteri peculiari ed il modo di essere di tutti i soggetti che in esso si trovano a coesistere e ad operare.
Si invitano le SS.LL. a partecipare quanto precede ai vertici degli enti territoriali, sottolineando che il delicato ruolo che l'attuale assetto ordinamentale riserva agli organi esponenziali delle comunità locali implica sempre adeguati canoni comportamentali.
CIRCOLARE 4 novembre 1998, n. 5/98. Fascia tricolore.
Ai Prefetti della Repubblica e, per conoscenza:
Al presidente della commissione di coordinamento della Valle d'Aosta
Al commissario del Governo per la provincia di Bolzano
Al commissario del Governo per la provincia di Trento
Ai commissari del Governo nelle regioni a statuto ordinario
Al commissario dello Stato per la regione Sicilia
Al rappresentante dello Stato nella regione Sardegna
Al commissario del Governo nella regione Friuli-Venezia Giulia
Al presidente della giunta regionale della Valle d'Aosta
L'uso della fascia tricolore da parte del soggetto che rappresenta la comunità locale si caratterizza per il suo valore altamente simbolico, reso ancor più evidente dalla modifica apportata dall'art. 4 della legge 15 maggio 1997, n. 127 all'art. 36, comma 7, della legge 8 giugno 1990, n. 142 [1]
Il più recente intervento normativo, con il quale è stato espressamente disposto che "distintivo del sindaco è la fascia tricolore con lo stemma della Repubblica e lo stemma del comune", è di carattere sostanziale e significativo, laddove si ponga mente al processo di trasformazione ordinamentale in atto nel nostro Paese e alla particolare valenza nella cura degli interessi pubblici conferita al sindaco con il sistema della investitura diretta.
Viene attribuito ad un elemento simbolico una specifica funzione che è distintiva, siccome finalizzata a rendere palese la differenza tra il sindaco e gli altri titolari di pubbliche cariche e che, nel contempo, sottolinea l'impegno che il sindaco si assume nei confronti dello Stato e della comunità locale.
Non a caso la disposizione segue immediatamente, nel corpo normativo, la nuova procedura del giuramento del sindaco e del presidente della provincia davanti ai rispettivi consigli: le due norme risultano così accomunate sotto il profilo del significato istituzionale.
La disciplina dell'uso della fascia tricolore non è dettata compiutamente dalle norme, ma è rinvenibile in talune disposizioni di legge e di carattere amministrativo via via emanate e riguardanti per lo più aspetti settoriali del problema; ed in realtà, è legata principalmente alla natura delle funzioni sindacali, di capo delI'amministrazione comunale e di ufficiale di governo.
Nell'uso corrente si è affermata la consuetudine che il sindaco indossi la fascia in tutte le occasioni ufficiali, in qualunque veste intervenga. Per il significato del tricolore statuito dall'art. 12 della Carta Costituzionale [2]; ciò richiama tangibilmente nell'immaginario collettivo il principio costituzionale dell'unità ed indivisibilità della Repubblica.
L'alto ruolo istituzionale svolto dal sindaco impone, pertanto, un uso corretto e conveniente della fascia tricolore nell'avvertita consapevolezza della dignità e del decoro della carica, e tale da non scalfire la realtà dello Stato come elemento di unità giuridica, nel cui ambito ogni cittadino è tenuto a partecipare al mantenimento dei valori che lo caratterizzano e lo fondano.
Va tenuto presente, a tal fine, che l'art. 54 della Carta Costituzionale [3], nell'imporre a tutti i cittadini il dovere di fedeltà alla Repubblica, statuisce per gli amministratori l'ulteriore dovere di adempiere con disciplina ed onore le funzioni pubbliche ad essi affidate.
Il sistema delle autonomie, infatti, anche nelle sue più avanzate rappresentazioni e concretizzazioni, ha comunque un limite, connaturato alla stessa essenza dell'autonomia: che è quello di dare luogo ad ordinamenti liberi di autodeterminarsi entro la cornice ben definita di un ordinamento generale che, originario e sovrano, determina i caratteri peculiari ed il modo di essere di tutti i soggetti che in esso si trovano a coesistere e ad operare.
Si invitano le SS.LL. a partecipare quanto precede ai vertici degli enti territoriali, sottolineando che il delicato ruolo che l'attuale assetto ordinamentale riserva agli organi esponenziali delle comunità locali implica sempre adeguati canoni comportamentali.
Il Ministro: Russo Jervolino
1. Si tratta dell'inserimento sulla fascia tricolore del simbolo del Comune, non previsto dalla vecchia legge 142 sulle autonomie locali. Il comma è stato modificato dalla Legge Bassanini (127/97) e recita così: "Distintivo del sindaco è la fascia tricolore con lo stemma della repubblica e lo stemma del comune, da portarsi a tracolla della spalla destra".
2. L'articolo 12 della Costituzione indica le
caratteristiche della bandiera italiana: "La bandiera della Repubblica è
il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di
eguali dimensioni".
3. L'articolo 54 della Costituzione è il seguente: "Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservare la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge".
3. L'articolo 54 della Costituzione è il seguente: "Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservare la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge".
Regolamento recante disciplina dell'uso delle bandiere della Repubblica italiana e dell'Unione europea da parte delle amministrazioni dello Stato e degli enti pubblici.
(GU 112 del 16 maggio 2000)
Visto l'articolo 87, quinto comma, della
Costituzione;
Visto l'articolo 1, comma 2, della legge
5 febbraio 1998, n. 22;
Visto l'articolo 17, comma 2, della legge
23 agosto 1988, n. 400;
Ritenuto che a norma dell'articolo 1,
comma 2, della legge 5 febbraio 1998, n. 22, il Governo e' autorizzato,
sentite le commissioni parlamentari, ad emanare un regolamento
contenente disposizioni attuative in merito all'esposizione della
bandiera della Repubblica italiana e di quella dell'Unione europea nei
casi di cui all'articolo 2, comma 1, lettere a), b), d) ed e), e del
comma 2, della stessa legge, ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della
legge 23 agosto 1988, n. 400;
Acquisito il parere della competente
commissione permanente della Camera dei deputati e tenuto conto che la
corrispondente commissione del Senato della Repubblica non ha espresso
nei termini il proprio parere;
Udito il parere del Consiglio di Stato,
epresso dalla sezione consultiva per gli atti normativi, nell'adunanza
del 20 settembre 1999;
Vista la deliberazione del Consiglio dei
Ministri adottata nella riunione del 30 marzo 2000;
Sulla proposta del Presidente del
Consiglio dei Ministri;
E m a n a
il seguente regolamento:
Capo I
Esposizione delle bandiere
all'esterno degli edifici pubblici
Art. 1.
1. La bandiera della Repubblica e quella
dell'Unione europea vengono esposte, oltre che nei luoghi indicati
dall'art. 2, commi 1 e 2 della legge 5 febbraio 1998, n.
22, di seguito
denominata "la legge":
a) all'esterno degli edifici ove hanno
sede i commissari del Governo presso le regioni e i rappresentanti del
Governo nelle province;
b) all'esterno delle sedi degli altri
uffici periferici dello Stato di livello dirigenziale generale o
dirigenziale, aventi una circoscrizione territoriale non inferiore alla
provincia;
c) all'esterno delle sedi centrali delle
autorita' indipendenti e degli enti pubblici di carattere nazionale,
nonche' di loro uffici periferici corrispondenti a quelli di cui alla
lettera b).
2. Le bandiere vengono inoltre esposte
sugli altri edifici sede di uffici pubblici ed istituzioni:
a) nelle giornate del 7 gennaio (festa
del tricolore), 11 febbraio (patti lateranensi), 25 aprile
(liberazione), 1o maggio (festa del lavoro), 9 maggio (giornata
d'Europa), 2 giugno (festa della Repubblica), 28 settembre (insurrezione
popolare di Napoli), 4 ottobre (Santo Patrono d'Italia), 4 novembre
(festa dell'unita' nazionale);
b) nella giornata del 24 ottobre
(giornata delle Nazioni Unite) unitamente alla bandiera delle Nazioni
Unite;
c) in altre ricorrenze e solennita'
secondo direttive emanate caso per caso dal Presidente del Consiglio dei
Ministri ovvero, in ambito locale, dal prefetto.
3. Ai fini dell'applicazione
dell'articolo 2, comma 1, lettera d), della legge, per "uffici
giudiziari" s'intendono le sedi di tutti gli uffici giudicanti
previsti dall'articolo 1 del regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, e di
tutti gli uffici del pubblico ministero costituiti presso di essi ai
sensi dell'articolo 2 della stessa legge.
4. Ai fini dell'applicazione dell'art. 2,
comma 1, lettera e), della legge, le bandiere sono esposte in tutte le
scuole, di ogni ordine e grado, istituite dallo Stato, e nelle sedi
degli organi centrali di governo di ciascuna universita', nonche' nelle
sedi principali delle singole facolta' e scuole.
5. Nelle occasioni indicate al comma 2,
sugli edifici gia' quotidianamente imbandierati si potranno esporre
ulteriori esemplari della bandiera nazionale e di quella europea.
Art. 2.
1. La bandiera nazionale e quella
europea, di uguali dimensioni e materiale, sono esposte affiancate su
aste o pennoni posti alla stessa altezza.
2. La bandiera nazionale e' alzata per
prima ed ammainata per ultima ed occupa il posto d'onore, a destra
ovvero, qualora siano esposte bandiere in numero dispari, al centro. Ove
siano disponibili tre pennoni fissi e le bandiere da esporre siano due,
e' lasciato libero il pennone centrale.
3. La bandiera europea anche nelle
esposizioni plurime occupa la seconda posizione.
Art. 3.
1. In segno di lutto le bandiere esposte
all'esterno sono tenute a mezz'asta. Possono adattarsi all'estremita'
superiore dell'inferitura due strisce di velo nero.
Art. 4.
1. Salvi i casi indicati all'articolo 1,
comma 2, il tempo di esposizione esterna delle bandiere e' regolato
secondo quanto previsto dai commi seguenti.
2. Le bandiere all'esterno degli edifici
pubblici di cui all'articolo 2, comma 1, lettere a), b) e d) della
legge, nonche' di quelli di cui all'articolo 1, comma 1, del presente
regolamento, sono esposte in corrispondenza dell'orario di attivita' dei
rispettivi uffici.
3. Le bandiere all'esterno delle scuole e
delle universita' statali sono esposte nei giorni di lezioni e di esami.
4. Le bandiere all'esterno degli edifici
in cui hanno sede uno o piu' seggi elettorali sono esposte
dall'insediamento dei rispettivi uffici elettorali di sezione alla
chiusura definitiva delle operazioni di scrutinio.
5. L'esposizione delle bandiere
all'esterno delle rappresentanze diplomatiche, degli uffici consolari e
degli istituti italiani di cultura all'estero e' effettuata secondo le
istruzioni impartite dal Ministero degli affari esteri.
6. Tranne il caso di cui al comma 4, le
bandiere, di norma, non sono alzate prima del levare del sole e sono
ammainate al tramonto.
In ogni caso l'esposizione esterna delle
bandiere nelle ore notturne e' consentita solo a condizione che il luogo
sia adeguatamente illuminato.
Capo II
Esposizione delle bandiere nelle
cerimonie
Art. 5.
1. Se la bandiera nazionale e' portata in
pubbliche cerimonie, ad essa spetta il primo posto.
2. Nelle pubbliche cerimonie funebri sono
applicate alle bandiere due strisce di velo nero.
Capo III
Esposizione delle bandiere
all'interno degli uffici pubblici
Art. 6.
1. All'interno degli uffici pubblici la
bandiera della Repubblica e la bandiera dell'Unione europea sono esposte
negli uffici:
a) dei membri del Consiglio dei Ministri
e dei Sottosegretari di Stato;
b) dei dirigenti titolari delle direzioni
generali od uffici equiparati nelle amministrazioni centrali dello Stato
nonche' dei dirigenti preposti ad uffici periferici dello Stato aventi
una circoscrizione territoriale non inferiore alla provincia;
c) dei titolari della massima carica
istituzionale degli enti pubblici di dimensione nazionale, e dei
titolari degli uffici dirigenziali corrispondenti a quelli di cui alla
lettera b);
d) dei titolari della massima carica
istituzionale delle autorita' indipendenti;
e) dei dirigenti degli uffici giudiziari
indicati nell'articolo 1, comma 3;
f) i capi delle rappresentanze
diplomatiche, degli uffici consolari e degli istituti italiani di
cultura all'estero. Per i consoli onorari l'esposizione e' facoltativa.
2. La bandiera nazionale e quella europea
sono esposte nelle aule di udienza degli organi giudiziari di ogni
ordine e grado.
3. Nei luoghi indicati nel comma 1 si
espone anche il ritratto del Capo dello Stato.
Art. 7.
1. Nei casi indicati nell'articolo 6, le
bandiere nazionale ed europea, di uguali dimensioni e materiale, sono
esposte su aste poste a terra alle spalle ed in prossimita' della
scrivania del titolare dell'ufficio. La bandiera nazionale prende il
posto d'onore a destra o al centro.
2. In segno di lutto potranno adattarsi
alle bandiere due strisce di velo nero.
Capo IV
Disposizioni generali e finali
Art. 8.
1. All'esterno e all'interno degli
edifici pubblici si espongono bandiere di Paesi stranieri solo nei casi
di convegni, incontri e manifestazioni internazionali, o di visite
ufficiali di personalita' straniere, o per analoghe ragioni cerimoniali,
fermo il disposto dei commi 2 e 3 dell'articolo 2, salve le regole di
cerimoniale da applicare in singole occasioni su indicazione del
Governo.
Art. 9.
1. Le bandiere sono esposte in buono
stato e correttamente dispiegate; ne' su di esse, ne' sull'asta che le
reca, si applicano figure scritte o lettere di alcun tipo.
2. Su ciascuna asta si espone una sola
bandiera.
Art. 10.
1. Ogni ente designa i responsabili alla
verifica della esposizione corretta delle bandiere all'esterno e
all'interno.
2. I rappresentanti del Governo nelle
province vigilano sull'adempimento delle disposizioni sulla esposizione
delle bandiere.
Art. 11.
1. Sono fatte salve le disposizioni
particolari riguardanti le bandiere militari e di altri corpi ed
organizzazioni dello Stato, nonche' le regole, anche consuetudinarie,
del cerimoniale militare e di quello internazionale.
Art. 12.
1. L'esposizione delle bandiere
all'esterno e all'interno delle sedi delle regioni e degli enti locali
e' oggetto dell'autonomia normativa e regolamentare delle rispettive
amministrazioni. In ogni caso la bandiera nazionale e quella europea
sono esposte congiuntamente al vessillo o gonfalone proprio dell'ente
ogni volta che e' prescritta l'esposizione di quest'ultimo, osservata la
prioritaria dignita' della bandiera nazionale.
Il presente decreto, munito del sigillo
dello Stato, sara' inserito nella Raccolta ufficiale degli atti
normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spetti
di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Roma, addi' 7 aprile 2000
CIAMPI
D'Alema, Presidente del Consiglio dei
Ministri
Visto, il Guardasigilli: Fassino
Registrato alla Corte dei conti il 2 maggio 2000 Atti di Governo,
registro n. 120, foglio n. 27
- Avvertenza:
Il testo delle note qui pubblicato e' stato redatto dall'amministrazione competente per materia, ai sensi dell'art. 10, comma 3, del testo unico delle disposizioni sulla promulgazione delle leggi, sull'emanazione dei decreti del Presidente della Repubblica e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana, approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare la lettura delle disposizioni di legge alle quali e' operato il rinvio. Restano invariati il valore e l'efficacia degli atti legislativi qui trascritti.
- Note alle premesse.
- - L'art.87, comma quinto, della Costituzione conferisce al Presidente della Repubblica il potere di promulgare le leggi e di emanare i decreti aventi valore di legge e i regolamenti.
- - Si riporta il testo dell'art. 1, comma 2, della legge n. 22 del 1998, recante "Disposizioni generali sull'uso della bandiera della Repubblica italiana e di quella dell'Unione europea":
- "2. Le regioni possono, limitatamente ai casi di cui alla lettera c) del comma 1 dell'art. 2, emanare norme per l'attuazione della presente legge, ai sensi dell'art. 117, secondo comma, della Costituzione. Le disposizioni della presente legge costituiscono altresi' norme generali regolatrici della materia, nel rispetto delle quali il Governo, per i casi di cui alle lettere a), b), ed e) del comma 1 e di cui al comma 2 dell'art. 2, e' autorizzato ad emanare, entro cinque mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sentite le competenti commissioni parlamentari, un regolamento ai sensi dell'art. 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400".
- - Si riporta il testo dell'art. 17, comma 2, della legge n. 400 del 1988, recante "Disciplina dell'attivita' di Governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri":
- "2. Con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, sentito il Consiglio di Stato, sono emanati i regolamenti per la disciplina delle materie, non coperte da riserva assoluta di legge prevista dalla Costituzione, per le quali le leggi della Repubblica, autorizzando l'esercizio della potesta' regolamentare del Governo, determinano le norme generali regolatrici della materia e dispongono l'abrogazione delle norme vigenti, con effetto dall'entrata in vigore delle norme regolamentari".
- - Si riporta il testo dell'art. 2, commi 1 e 2, della citata legge n. 22 del 1988:
- "Art. 2. - 1. La bandiera della Repubblica italiana e quella dell'Unione europea vengono esposte all'esterno degli edifici ove hanno sede centrale gli organismi di diritto pubblico di seguito indicati, per il tempo in cui questi esercitano le rispettive funzioni e attivita':
- a) gli organi costituzionali e di rilievo costituzionale, e comunque la sede del Governo allorche' il Consiglio dei Ministri e' riunito;
- b) i Ministeri;
- c) i consigli regionali, provinciali e comunali, in occasione delle riunioni degli stessi;
- d) gli uffici giudiziari;
- e) le scuole e le universita' statali.
- 2. La bandiera della Repubblica italiana e quella dell'Unione europea vengono altresi' esposte all'esterno dei seggi elettorali durante le consultazioni e all'esterno delle sedi delle rappresentanze diplomatiche e consolari italiane all'estero".
- Note all'art. 1:
- - Per il testo dell'art. 2 della legge n. 22 del 1998, si vedano le note alle premesse.
- - Si riporta il testo dell'art. 1 del regio decreto n. 12 del 1941:
- "Art. 1. - 1. E' approvato l'unito testo dell'"ordinamento giudiziario", allegato al presente decreto e visto d'ordine nostro dal Ministro guardasigilli e dal Ministro delle finanze.
- Il testo anzidetto avra' esecuzione a cominciare dal 21 aprile 1941.
- Art. 2. - 1. Con successivi provvedimenti saranno disciplinate le altre materie alle quali si riferisce la delegazione contenuta nella legge 24 dicembre 1925, n. 2260.".