venerdì 14 novembre 2014

Delinquente si costituisce, niente arresto in flagranza o "quasi flagranza" di reato

La Prima Sezione della Suprema Corte con sentenza n. 43394 del 16 ottobre 2014 supera il contrasto giurisprudenziale in materia di "quasi flagranza" di reato. Niente arresto in "quasi" flagranza se avviene dopo l'acquisizione di informazioni da parte di terzi.
Si legge sulla stampa che a ferragosto R.Q. aveva tentato di uccidere un rivale, ferendolo all'inguine. Durante la fuga R.Q. nascondeva la pistola nell'incavo di un albero e nelle more delle ricerche giudiziarie, il fuggitivo si costituiva rilevando ai Carabinieri il nascondiglio dell'arma.
Tentato omicidio e detenzione di arma da fuoco, questi i reati per il quali però il Giudice delle Indagine Preliminari non convalidava l'arresto in flagranza.
Il Procuratore ricorre in Cassazione, ma la Prima sezione penale della Corte di Cassazione con sentenza n. 43394 depositata il 16 ottobre 2014 ha respinto il ricorso.
La sentenza è interessante sotto 2 profilI. In primo luogo con riferimento alla detenzione illecita dell'arma, la Cassazione ha precisato che al momento dell'arresto mancava proprio la detenzione in quanto la pistola si trovava in luogo al di fuori della sfera di possibilità di immediata apprensione del delinquente che appunto l'aveva nascosta nell'incavo di un'albero.
Inoltre la Suprema Corte dando atto del contrasto in giurisprudenza sul tema, ha affermato che non ricorre lo stato di quasi flagranza qualora l’inseguimento dell’indagato da parte della polizia giudiziaria sia iniziato, non già a seguito e a causa della diretta percezione dei fatti, ma per effetto e solo dopo l’acquisizione di informazioni da parte di terzi.
Fonte: Corte di Cassazione
Enrico Michetti
La Direzione
(26 ottobre 2014)

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