Corte di
Cassazione, sez. II Penale, sentenza 15 - 24 gennaio 2014, n. 3634
Presidente Casucci – Relatore Davigo
Ritenuto in fatto
Presidente Casucci – Relatore Davigo
Ritenuto in fatto
Con
ordinanza del 23.8.2012, il Giudice per le indagini preliminari presso il
Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto rigettò la richiesta di applicazione
della misura cautelare della custodia in carcere di P.A.R.S., indagato per i
reati di lesioni aggravate e rapina aggravata (riqualificata in furto).
Avverso
tale provvedimento il pubblico ministero propose appello, ai sensi
dell’articolo 310 cod. proc. pen., ma il Tribunale di Messina, con ordinanza
del 26.11.2012, confermò il provvedimento impugnato.
Ricorre per cassazione il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto deducendo che non si comprende come il G.I.P. abbia potuto scindere i momenti dell’aggressione e della successiva sottrazione del portafoglio e della collana d’argento, dal momento che l’impossessamento sarebbe avvenuto in conseguenza dello stato in cui la persona offesa si trovava a cagione dell’aggressione subita.
Sussisterebbero altresì le esigenze cautelari.
Ricorre per cassazione il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto deducendo che non si comprende come il G.I.P. abbia potuto scindere i momenti dell’aggressione e della successiva sottrazione del portafoglio e della collana d’argento, dal momento che l’impossessamento sarebbe avvenuto in conseguenza dello stato in cui la persona offesa si trovava a cagione dell’aggressione subita.
Sussisterebbero altresì le esigenze cautelari.
Considerato in
diritto
Il
ricorso è infondato.
Il
Tribunale ha rilevato che l’indagato
percosse la persona offesa, al solo scopo di cagionargli lesioni, ritenendola
responsabile del suo licenziamento e che l’impossessamento del portafoglio e
della collana d’argento sia avvenuto solo successivamente senza rapporto
causale con la violenza esercitata.
Peraltro,
questa Corte ha affermato che, nell’ipotesi
di sottrazione di una cosa dopo l’esaurimento della azione violenta, si
configura il delitto di rapina e non quello di furto, qualora il proposito
della sottrazione sorga e si formi prima della attuazione della violenza,
sempre che sussista un nesso di casualità apparente tra quest’ultima e
l’impossessamento, nel senso che il secondo sia la conseguenza della prima.
(Cassazione Sez. 2, Sentenza n. 12353 del 05/03/2010 depositata 29/03/2010 Rv.
246750).
Nel caso in esame tale proposito non è stato ritenuto che il proposito della sottrazione fosse sorto prima o durante l’azione violenta, con apprezzamento di merito, non sindacabile in questa sede.
Nel caso in esame tale proposito non è stato ritenuto che il proposito della sottrazione fosse sorto prima o durante l’azione violenta, con apprezzamento di merito, non sindacabile in questa sede.
Il
ricorso deve pertanto essere rigettato.
P.Q.M.
Rigetta
il ricorso.
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Mario Serio
Riproduzione Riservata
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Vedi anche precedente post:
SUPREMA CORTE DI CASSAZIONE SEZIONE II SENTENZA 11 dicembre 2013, n. 49832 Furto con strappo e rapina.Differenze secondo la Cassazione