In Tangenziale sanzioni sei volte più numerose del previsto. Fiume di soldi in arrivo a Ca’ Sugana. Uffici in tilt: «Non ne immaginavamo così tante»
TREVISO — Li hanno tolti dal Put, ma forse non è stato poi così male. Gli autovelox in Tangenziale potrebbero fruttare un bel gruzzoletto a Ca’ Sugana, e addirittura si parla di una cifra che possa far sorridere almeno un po’ le casse del Comune in tempi di vacche magre. Ovvero, per quanto riguarda il bilancio del 2013: quasi tre milioni di euro l’anno. Dalle prime proiezioni infatti pare che le infrazioni del limite di velocità si siano moltiplicate a dismisura sull’arteria che collega Paese a Silea, passando appunto per Treviso, cinque o sei volte tanto: quasi 500 alla settimana. E quando saranno pagate, la cifra potrebbe portare una ventata d’aria fresca - e soldi freschi. Se ne è parlato in giunta mercoledì pomeriggio, mentre l’assessore al bilancio Fulvio Zugno illustrava prospetti di tagli nei vari settori dell’attività amministrativa (a seguito dei mancati versamenti da parte del governo centrale agli enti locali). Ed ecco che spunta la possibile opzione-rinascita: gli autovelox in Tangenziale.
Lì il limite è di 90 chilometri all’ora ma in molti non prestano attenzione ai cartelli né alla segnalazione dei rilevatori. Sono stati installati a febbraio, e subito hanno cominciato a mietere vittime che schiacciano troppo sull’acceleratore. Secondo l’assessore alla sicurezza Andrea De Checchi, il numero dalle multe potrebbe essere di molto superiore a quello che era fino alla primavera 2011, quando furono spenti i rilevatori lungo il Put. Da febbraio infatti la media settimanale è di 500 multe, stimabile in circa 24 mila multe l’anno. Il ché, con un calcolo approssimativo, farebbe salire l’incasso a quasi tre milioni di euro l’anno. Quanto basta per intasare, comunque, gli uffici: impreparati a gestire una mole così consistente di pratiche, multe e inevitabili tentativi di ricorso. L’assessore al bilancio Fulvio Zugno però frena: «Mi definiscono l’uomo dei numeri, e io a quelli mi affido, finché non ci sarà qualcosa di sicuro, non mi interessa». Epperò, va detto, farebbero comodo quei tre milioni. Considerato che per quest’anno il taglio agli enti locali previsto dal governo dovrebbe aggirarsi fra i due milioni e mezzo e i quattro. E le prospettive non sono rosee.
Insomma, la Tangenziale si sta rivelando un’inattesa gallina dalle uova d’oro per l’amministrazione comunale. Ma al di là degli incassi, c’è chi vorrebbe riportare gli autovelox anche sul Put. È Giancarlo Gentilini, nello specifico. Il prosindaco di Treviso, in una nota, fa riferimento agli ultimi incidenti, specie a quello che ha causato la morte della bambina di 9 anni a Porta Calvi. Il suo, un vero e proprio attacco alla Cassazione, che ha dichiarato illegittimi i velox sulla circonvallazione delle mura. «Non mi stancherò mai di dire che la Cassazione ha concesso la "licenza di uccidere" agli automobilisti. I risultati - dice lo Sceriffo - si sono visti subito: la vita di una bambina è stata sacrificata sull’altare costruito, e grondante sangue, della Cassazione». Secondo Gentilini, infatti, il codice della strada cataloga le strade secondo criteri «che andavano bene decenni fa». Silvia Madiotto
TREVISO — Li hanno tolti dal Put, ma forse non è stato poi così male. Gli autovelox in Tangenziale potrebbero fruttare un bel gruzzoletto a Ca’ Sugana, e addirittura si parla di una cifra che possa far sorridere almeno un po’ le casse del Comune in tempi di vacche magre. Ovvero, per quanto riguarda il bilancio del 2013: quasi tre milioni di euro l’anno. Dalle prime proiezioni infatti pare che le infrazioni del limite di velocità si siano moltiplicate a dismisura sull’arteria che collega Paese a Silea, passando appunto per Treviso, cinque o sei volte tanto: quasi 500 alla settimana. E quando saranno pagate, la cifra potrebbe portare una ventata d’aria fresca - e soldi freschi. Se ne è parlato in giunta mercoledì pomeriggio, mentre l’assessore al bilancio Fulvio Zugno illustrava prospetti di tagli nei vari settori dell’attività amministrativa (a seguito dei mancati versamenti da parte del governo centrale agli enti locali). Ed ecco che spunta la possibile opzione-rinascita: gli autovelox in Tangenziale.
Lì il limite è di 90 chilometri all’ora ma in molti non prestano attenzione ai cartelli né alla segnalazione dei rilevatori. Sono stati installati a febbraio, e subito hanno cominciato a mietere vittime che schiacciano troppo sull’acceleratore. Secondo l’assessore alla sicurezza Andrea De Checchi, il numero dalle multe potrebbe essere di molto superiore a quello che era fino alla primavera 2011, quando furono spenti i rilevatori lungo il Put. Da febbraio infatti la media settimanale è di 500 multe, stimabile in circa 24 mila multe l’anno. Il ché, con un calcolo approssimativo, farebbe salire l’incasso a quasi tre milioni di euro l’anno. Quanto basta per intasare, comunque, gli uffici: impreparati a gestire una mole così consistente di pratiche, multe e inevitabili tentativi di ricorso. L’assessore al bilancio Fulvio Zugno però frena: «Mi definiscono l’uomo dei numeri, e io a quelli mi affido, finché non ci sarà qualcosa di sicuro, non mi interessa». Epperò, va detto, farebbero comodo quei tre milioni. Considerato che per quest’anno il taglio agli enti locali previsto dal governo dovrebbe aggirarsi fra i due milioni e mezzo e i quattro. E le prospettive non sono rosee.
Insomma, la Tangenziale si sta rivelando un’inattesa gallina dalle uova d’oro per l’amministrazione comunale. Ma al di là degli incassi, c’è chi vorrebbe riportare gli autovelox anche sul Put. È Giancarlo Gentilini, nello specifico. Il prosindaco di Treviso, in una nota, fa riferimento agli ultimi incidenti, specie a quello che ha causato la morte della bambina di 9 anni a Porta Calvi. Il suo, un vero e proprio attacco alla Cassazione, che ha dichiarato illegittimi i velox sulla circonvallazione delle mura. «Non mi stancherò mai di dire che la Cassazione ha concesso la "licenza di uccidere" agli automobilisti. I risultati - dice lo Sceriffo - si sono visti subito: la vita di una bambina è stata sacrificata sull’altare costruito, e grondante sangue, della Cassazione». Secondo Gentilini, infatti, il codice della strada cataloga le strade secondo criteri «che andavano bene decenni fa». Silvia Madiotto